25.7.15

I Corti de Il Buio in Sala (N°13) : Simone Massi


A volte capitano coincidenze davvero buffe.
Praticamente nello stesso giorno, circa ad inizio mese, mi è accaduto:

- di leggere questo articolo del sempre grande Luigi Locatelli, articolo in cui lo stesso criticava, a ragione, l'ultimo manifesto della Mostra di Venezia

- che il nostro ragazzo-padre Pietro Le Gars (soprannome che gli ho affibbiato per la sua maturità esagerata rispetto all'età) mi scriva in un commento qui sul blog: "Conosci Simone Massi?"

Ecco, in soli 2 giorni mi arrivano informazioni su un autore che prima non avevo mai sentito.
Una negativa, una positiva.
Tra l'altro solo dopo il commento di Pietro mi accorgo che quell'autore che mi consigliava era lo stesso del manifesto della Biennale.
Beh, che dire, è quasi paradossale, avevano entrambi ragione.
Tanto è mal riuscito quel manifesto tanto sono belli i corti di Simone Massi.


Massi, per quel poco che ho letto, è un artista al confine della misantropia, chiuso, isolato, schivo.
Non ha mai percepito soldi, ha sempre lavorato in solitaria, portando avanti tecniche, poetiche e modi di dire le cose assolutamente personali.
I suoi corti sono potentissimi, ostici come pochi ma allo stesso tempo evocativi come pochi.
Disegnati a matita, pieni di segni uniti a quella specie di graffi che rendono il tutto incredibilmente vivo.
In Massi anche lo schermo nero sembra muoversi, non esiste una stasi del movimento, ogni secondo racchiude migliaia di particelle vive.
E in un minuto questo autore può nascondere decine di cose, così tante che è quasi impossibile stargli dietro, in una specie di stream of consciousness che da letterario diventa animato.
Quasi sempre abbiamo a che fare con elementi surreali, anche se parlerei più di elementi fortemente realisti uniti tra loro in modo surreale, onirico.
Le tematiche sono sempre le stesse, la campagna, il mondo contadino (mondo dal quale proviene Massi), la memoria (credo per quello il bianco e nero), le "bestie", il viaggio, l'immaginazione, i bambini.
Troverete questi elementi in ognuno dei suoi corti, tutti di breve durata anche perchè la tecnica, che potremmo definire grezza e contadina come la materia che racconta, è così laboriosa che non potrebbe portare ad opere lunghissime.
Come avviene nei sogni molte volte in Massi vedrete qualcosa che diventa qualcos'altro, spesso avvalendosi del trucco degli zoom avanti e di quelli indietro.
E molto spesso ci accorgiamo di trovarsi in un tempo ciclico, gli elementi ritornano, l'immagine di partenza si fa quella di arrivo.
C'è la mestizia, la noia, la crudeltà ma anche l'orgoglio e la potenza del mondo che racconta.
Ancora una volta, come per Pancake, la mente mi è andata allo scrittore senese Tozzi.
Non è importante capire cosa l'autore voglia dire, quello che conta è lasciarsi trasportare in questi sogni e, se possibile, sentirne la forza.
In un'epoca che va sempre più veloce e in un mondo che ormai non ricorda più le proprie radici queste opere sembrano piccole gemme anacronistiche sospese nel tempo e nella memoria.












14 commenti:

  1. Grande Caden! Sei stato pure veloce...è passato poco tempo da quando te ne ho parlato ;)
    Mi hai colpito molto, proprio perché hai individuato perfettamente le peculiarità e le emozioni dello stile di questo Autore, con le seguenti affermazioni:
    ''In Massi anche lo schermo nero sembra muoversi, ogni secondo racchiude migliaia di particelle vive''...
    ''Non è importante capire cosa l' Autore voglia dire, quello che conta è lasciarsi trasportare in questi sogni, e sentirne la forza''.
    E hai assolutamente ragione quando definisci questi meravigliosi lavori, piccole gemme anacronistiche sospese nel tempo e nella memoria. Veramente, complimenti! Ne hai parlato proprio bene e questo mi fa felice e mi rende onore ( per averteli consigliati).

    Speravo ( ma in fondo ero più che convinto ;) che ti piacessero!
    Io, Simone Massi, lo adoro. Per la sua infinita capacità a donare emozioni tramite l'arte del disegno, un disegno, il suo, veramente unico e speciale, incredibilmente artigianale e povero, quasi secolare seppur nuovo ( la tecnica di Massi è splendidamente originale e personale), puro ( l'uso della sola matita ne è la prova).
    C'è da sottolineare anche la presenza di una bellissima colonna sonora (presente su tutti in 'La memoria dei cani' e 'Dell'ammazzare il maiale'), straziante, la quale accompagna in modo impeccabile le immagini che, seppur sfuggevoli e in mutazione continua, si incastonano nell' occhio dello spettatore.
    Un cinema intimo e umile, come la persona che lo crea.

    Purtroppo alcune delle sue opere non sono riuscito a reperirle, soprattutto le prime :(

    Ancora complimenti Caden ;)
    Ciao!

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    1. Incredibile che non abbia fatto menzione alla colonna, correggere ora non lo trovo giusto...
      Ma, a parte le musiche (ricordo ad esempio la bellissima nenia de la memoria dei cani) mi hanno colpito da morire i rumori di Dell'ammazzare il maiale, straordinari.
      Bellissimo tutto il tuo commento, commento tra l'altro, lo vedrai in mail, lo stesso Simone ha letto.

      Avrei modo quindi di recuperare quello che non trovi ;)
      E anche io

      grazie

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  2. Non ci ho capito una mazza su nessuno ma mi basta e avanza così. Impressionanti.

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    1. Ecco, potevo scrivere così anche io.
      Ho preferito provare ad aggiungere qualcosa

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  3. Eh no Caden, non è vero che il nome di Massi non l'avevi mai sentito. Pensaci bene dai, nella sezione cortometraggi dei miei resoconti di fine anno ne feci menzione, segnalando "Dell'ammazzare il maiale" e "Piccola mare" con relativi link sul tubo... Comprendo benissimo però l'impossibilità di associazione, vista la copiosità di titoli indicati in quel/quei post :D
    Tornando comunque all'autore, al momento ho visto solo i due che ho citato (quindi grazie per i link agli altri lavori) con impressioni differenti; ricordo che "il maiale" mi suggestionò parecchio, al contrario dell'altro. Ma al di là che possano piacere o meno, come giustamente annoti: "l'importante non è capire". E penso che alla fine, più che mai come in questi casi, il giudizio non debba venir condizionato dal soggetto, ma semmai dall'impronta stilistica e l'enorme lavoro personale che ci sta dietro.
    Ciao!

    P.S. Una curiosità: in cosa consistono le critiche di Locatelli?... Mi sembra di ricordare che Massi disegni il manifesto veneziano per ogni edizione, o sbaglio?

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    1. Ahah, e tu credi che in quelle liste di 200 cose e passa di cui ne avrò viste TRE io possa ricordarmi qualcosa???

      No, per me era assolutamente nuovo come nome, ma non dubitavo ci fossi già passato te.
      Anche io preferisco tutti i lavori "contadini" (Dell'ammazzare il maiale forse su tutti) a Piccola mare ma credo di aver bisogno di altre visioni per farmi idee, giudizi e interpretazioni più precise.

      Sì, il giudizio deve prescindere dal soggetto raccontato ma, devo dirti la verità, anche il soggetto, per me cresciuto in ambienti simili, ha inficiato nel giudizio :)

      No, credo che Massi solo da 2 anni disegni il manifesto ma non voglio dir cavolate. Anche perchè, vista la mail di stamattina, magari sulla cosa potrebbe rispondere lo stesso Simone

      ciao!

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  4. Questo Locatelli non perde occasione per maltrattare ogni volta la Mostra di Venezia in favore di Cannes... è malato di esterofilia cronica! Lo fa per la selezione, per le giurie, per i premi, adesso anche per il manifesto! Sinceramente questi "critici" così prevenuti mi hanno un po' stufato.
    Il manifesto, per carità, potrà piacere o non piacere, ma le accuse di essere scarsamente "propagandistico" mi fanno ridere... la Mostra del Cinema ha bisogno di essere pubblicizzata? Un evento che esiste da 72 anni? (da più di Cannes, se vogliamo mettere i puntini sulle "i"). Non scherziamo.

    Ripeto, il manifesto di Massi potrà piacere o meno ma non capisco cosa c'entri il paragone con quello di Cannes: da una parte abbiamo un'opera grafica, stilizzata, magari brutta ma autoriale e immediatamente riconoscibile. Dall'altra una foto della Bergman sulla quale sono state appiccicate le scritte della manifestazione.

    Sono due cose completamente diverse.
    E, personalmente, preferisco sempre la creatività.

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    1. Tanto sta Locatelli a criticare sempre Venezia tanto sta Kelvin a difenderla ;)
      Meno male che a me de ste cose frega nulla e vi leggo e stimo lo stesso a prescindere da queste per me inutili bagatelle festivaliere (a me di premi e festival non interessa nulla, o pochissimo).

      Hai ragione, un disegno, un'opera, gioca su piani diversi rispetto ad una semplice foto e, come dici, meglio la creatività, sempre, specie di un autore che con questi corti ho scoperto essere veramente grande.

      Per quanto riguarda i due festival, ci torno un attimo, io da profano posso solo giudicarli in base ai premi e, devo dire, che per me i francesi lo sanno fare meglio...

      Negli ultimi 4 anni a Venezia ha vinto Somewhere (film interessante ma non da primo premio per me), Pietà (il peggior Kim che ho visto), Sacro Gra (per me un film quasi completamente sbalgliato) e soprattutto considero incredibile il premio, anzi i premi, a quel pasticcio de Balata triste de trompeta...
      Meno male Il Piccione quest'anno!

      viva il cinema, dove fanno vedere i film lascia il tempo che trova ;)

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  5. non vorrei che ti sembrasse strano:

    http://markx7.blogspot.it/search/label/Simone%20Massi

    ciao :)

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  6. umm. ne ho visti un paio però bu, pur ammettendo l'estrema particolarità del tratto grafico, non mi coinvolgono granché. è grave, dotto'?

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    1. Sarebbe stato grave il contrario, ossia che coinvolgessero tutti.
      A me lo fanno perchè mi riconosco sia nel mondo che racconta (vengo dall'Umbria, lui dalla Marche), sia nell'atmosfera, sia nel tratto.

      Ma ben venga che non piacciano a tutti ;)

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  7. Volevo segnalare a chi non trova le opere prime di Simone che è uscito un anno fa un DVD con l' opera omnia ed allegato un documentario ispirato al lavoro di Massi che ha vinto Animata resistenza ha vinto il Premio Venezia Classici per il Miglior Documentario sul Cinema documentario a Venezia http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/672

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    1. Lo conoscevo bene, seguo la sua pagina ;)

      ma sarebbe meglio che questo lo scrivi nell'ultimo post, quello dei premi. Questo ci arrivi difficilmente, quello è molto più visitato.

      grazie!

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