29.1.16

Recensione "Il Bandito del Clistere" (Shaun Costello - 1977) - Boarding House - 1 - di Giorgio Neri


Lo stavamo aspettando tutti.
Ecco la prima puntata di Boarding House, la rubrica di Giorgio, alias The Late Answer's Man, la cui storia potete trovare in uno degli ultimi post.
Quando la passione e la competenza (e il saper divertire)  raccontano un tipo di cinema pochissimo esplorato.
Diciamo che Boarding House potrebbe essere l'altra faccia della medaglia de Lo Spazio Invisto di Frank, visto che seppur sempre nel cinema sommerso siamo, dove uno, Frank, ricerca quello più "alto" l'altro, Giorgio, scandaglierà i più putridi bassifondi della cinematografia mondiale.
Sempre di perle nascoste, in fondo, possiamo parlare.
Solo il titolo del primo film è tutto un programma.
Buon divertimento.


Ovviamente il titolo (in originale: Water Power o The Enema Bandit).
Meraviglioso, strano, intrigante. Ti fa domandare: “Che cosa si saranno mai inventati?”.
Ovviamente l’impossibilità di trovarlo in Italia.
Lessi del film in un piccolo paragrafo dedicatogli da Jonathan Ross nel suo libro L’Incredibile Storia Del Cinema Spazzatura (1996), libro che mi serviva per la mia tesi su Edward D. Wood Jr.
Rimasi folgorato dalla trama, perché non era normale...assolutamente no.
Ci misi cinque mesi per scaricarlo: in inglese, con sottotitoli in croato o chessò io...
Dovevo averlo.
Il film di Shaun Costello è la faccia oscura dell’Eros e narra la storia di un uomo (Jamie Gillis), ossessionato dal gentil sesso ma che non riesce ad intraprendere relazioni sociali stabili e durature, il quale, entrato in un peep-show per soddisfare le sue voglie, scopre la natura erotica e sessuale del clistere. Da quel momento in poi sevizierà le sue vittime con tale arnese fino a che la polizia non interverrà cercando di catturarlo.


La trama del film è ispirata ad un fatto di cronaca nera sulle gesta del cosiddetto The Illinois Enema Bandit (il bandito del clistere dell’Illinois), Michael H. Kenyon, che costrinse con la violenza alcune studentesse a subire dei clisteri tra gli anni Sessanta e Settanta. Quindi, c’era un ottimo materiale scabroso per un film hardcore.
Jamie Gillis, noto pornostar morto recentemente (2010), interpretava il protagonista. 
La famiglia Gambino, mafiosa e avezza al settore porno soprattutto dopo il successo di Gola Profonda di Gerard Damiano (1975), finanziava il prodotto.
Shaun Costello si metteva alla regia perché aveva realizzato un altro film assolutamente simile nel mescolare sesso e “drammaticitàhardcore”: Forced Entry del 1971, storia di un militare del Vietnam ossessionato dalla violenza e che diverrà uno stupratore seriale (film che anticipa il Travis Bickle di Robert De Niro in Taxi Driver di Martin Scorsese).
E un anno prima era uscito Taxi Driver (appunto), in cui Robert De Niro per conquistare una ragazza la porta a vedere un bel film porno...
Tutto torna... tranne che per un elemento che rende gli intenti fallaci: l’assoluta assenza di eccitazione da parte del pubblico che avrebbe usufruito del film e che disertò le sale. Tantoché i Gambino cambiarono il nome alla regia mettendoci quello di Damiano...
Bisogna inoltre ricordare che il film circolò, in un primo momento, nelle sale del circuito “normale” ma poi scomparve in quello delle salette pornografiche.
Non guadagnò né nell’uno né nell’altro caso.
Uno smacco gravissimo per un film porno...
Perché?
Perché non era un porno “che rispettava le regole”.


Ad esempio: gli inserti sessualmente espliciti ci sono ma sono montati in maniera così schizzata con le espressioni di sofferenza (del protagonista, allucinato, e delle sue vittime) che non eccitano. Non ammaliano. Fanno male. Hanno il sapore della Morte...
Questo film porta alle estreme conseguenze ciò che aveva fatto Gerard Damiano con Gola Profonda. Tanto il film di Damiano era gioioso e ironico, nonché un apripista per una certa libertà dei costumi sessuali, quanto Il Bandito Del Clistere di Costello compie un’operazione inversa: immette il dramma e il thriller in un film porno scarno, grezzo e malsano, soprattutto usando uno stile documentaristico, realistico a tutti gli effetti.
L’uso della camera a mano nonché la visione precisa e puntuale di tutto il meccanismo del clistere, sia prima dell’inserimento che dopo, mostrano la provocatoria morbosità e crudezza dell’opera, la quale può apparire, a prima vista, “perversa”: termine questo che però ha ben poco a che fare con il genere a cui appartiene, poiché perversa semmai è la struttura drammatica piuttosto che quella pornografica. Cioè si respira nel film una degradazione progressiva della società, come se ormai la libertà sessuale avesse bisogno di nuova linfa per esistere e perciò la portasse ad eccedere fino alle estreme conseguenze; come se il protagonista si trovasse impossibilitato nel rapportarsi normalmente con la sessualità perché ha bisogno, sembra suggerire il regista, di sottomettere, di forzare, di schiavizzare e, infine, col clistere, di purificare l’altrui libertà (quella femminile) per esserne soddisfatto, per appagare la sua noia sessuale abitudinaria.
Ed è così. È tutto vero, purtroppo...


Gola Profonda inneggiava ad un amore che potesse aiutare le donne per il loro piacere; qui, invece, il maschilismo e la crudeltà incombono quando ormai il Flower Power era finito nel 1969 con il concerto di Altamont dei The Rolling Stones in cui gli Hell’s Angels uccisero un ragazzo di colore e in un periodo, gli anni Settanta, in cui quell’ottimismo che si ammantava di un’altra moralità ipocrita aveva generato paradossalmente i germi che l’avrebbero distrutto: la New Hollywood (Corman, Scorsese, Coppola, De Palma...) stava iniziando a mettere in dubbio l’integrità psichica della società americana e girava film che descrivevano un periodo ambiguo e autolesionista (Reagan “l’attore” stava per salire sul trono in America; in Italia c’erano gruppi terroristi; in Inghilterra nacque il punk...: guardacaso una sequenza del film in esterni si svolge durante il Bicentenario della nascita della nazione) che si trascinerà con le dovute differenze fino adesso: la mercificazione, il conformismo, la “fine dell’innocenza”, la pubblicità, la sacra televisione, l’indifferenza, il manicheismo, la stupidità fatta potere...
Eppure questo film non era reazionario e misogino. Non avrebbe avuto il successo “di famiglia” (quasi fosse educativo...) del film di Gerard Damiano ma la sua carica eversiva doveva essere apprezzata, almeno dai cultori di Jamie Gillis.
Non fu così.
È un film apolide, senza luogo o partito politico.
Senza un messaggio, il che gli dà un messaggio.
Perché era inquietante ed è senza speranza...


Il finale, precludendo il lieto fine (il bandito riesce a scappare), scopre esplicitamente l’operazione di non essere un canonico film pornografico ma un monito beffardo, involontario?, affinché la degenerazione di ciò che dovrebbe unire benevolmente le persone, il sesso, non possa accompagnarsi all’assenza di identità della generazione del periodo: un malessere psichico/sociale che stava opprimendo gravemente tutti quei giovani beffati dalle autorità e che non si riconoscevano più nello Stato.
Basta il soggetto, così lineare e semplice, ad evidenziare la critica sociale che forse Costello non era ben conscio di dargli ma che allo spettatore arriva. E duramente.

Un uomo malato e solo stupra le donne con un clistere.
Punto.

Oppure è semplicemente la versione porno di Taxi Driver...
E per ciò bisogna amarlo.
Con un clistere.

11 commenti:

  1. Anche all'altra faccia della medaglia piace, di tanto in tanto, rituffarsi nelle graveolente pozzanghere di quest'altro cinema sommerso. Per un lungo periodo ci ho sguazzato, con trasporto e un vivo interesse nel collezionare titoli sempre più introvaibili (Hardgore, di Michael Hugo, ad esempio - il primo che m'è venuto in mente ora, e che certamente conoscerai). Quindi, felice di seguirti/ire Boarding House, curiosissimo di scoprirne le future "perle" recondite... Ciao!

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    1. Il film che citi so che era uno dei primi a mescolare sesso esplicito con depravazioni varie (essendo precedente di vari anni a questo di Costello) ma non l'ho visto...purtroppo. Ma la mia mente già lo immagina e riuscirò a vederlo in futuro. Felice di aver accettato una stanza da me, Frank. Come disse Norman Bates: 'Abbiamo tutte le camere libere...'.

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  2. Finalmente il primo appuntamento della rubrica che non cala di nulla rispetto ad attese altissime!! Complimenti Giorgio. Solo una richiesta come riusciremo a vedere i pezzi consigliati che mi sembrano a dir poco introvabili?

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    1. Per quanto riguarda The Boarding House (La Casa Del Sortilegio di John Wintergate) dovresti provare su Emule (se esiste ancora). Idem per Il Bandito Del Clistere (ma in inglese). Controlla e fammi sapere se c'è possibilità di scaricarlo. Purtroppo, per quanto riguarda il primo film, qualcuno lo aveva caricato alcuni mesi fa su youtube e sarebbe stato facile scaricarlo ma hanno chiuso l'account...e non so chi possa aver fatto rimostranze sui diritti di un film di quel tipo...Ciao!

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    2. Ho trovato solo l'omonima canzone di Frank Zappa (the illinois enema bandit)... che comunque non è male per niente, ma niente film.

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    3. Prova con le parole: Water power Costello. Forse lo trovi...a presto!

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  3. Molto carina questa rubrica. Le chicche astruse "underground" hanno sempre un certo fascino e questo film non lo conoscevo per niente. Se qualcuno me ne avesse accennato, avrei pensato che mi stesse prendendo in giro! E invece leggo nella rece che addirittura è ispirato ad una vicenda realmente accaduta, incredibile!

    Comunque mi sembra di capire che il film sia perfettamente contestualizzato nel proprio periodo e ha anche qualche aspetto di critica sociale (voluto o meno che sia).
    Me lo segno.
    Se mi capita tra le mani me lo guardo di sicuro

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    1. Lo puoi trovare scaricandolo. Poi dammi un tuo giudizio...a presto!

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  4. Water Power?!?!?!?!?!?! Grandissimo!!! Capolavoro assoluto con "Femmes De Sade" e "Long Jeanne Silver" di De Renzy! Un grande saluto prima di tutto, Giorgio e complimenti per la recensione, ottima! Caden mi aveva avvertito, ma tutto mi aspettavo, tranne che "Water Power". Vita eterna alla sacra trimurti Costello/Damiano/Spinelli. Ciao!!!

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