30.10.15

Recensione: "Un lupo mannaro americano a Londra" - Yesterday, i film del (mio) passato (N°9)


Torna la rubrica dei film che più mi hanno segnato infanzia e prima adolescenza (gli altri qui).
Torna con un capolavoro di genere che è riduttivo considerare soltanto il miglior licantropia di sempre.


Credo di aver avuto 7,8 anni la prima volta che vidi American Werewolf.

Ero già un cane sciolto insomma, uno di quei bimbi che come affronto al proibito preferiva vedere gli horror anzichè rubare caramelle che anche poi, nel resto della vita, non gli piaceranno mai.
Quello che ricordo, insieme alla paura, è la certezza maturata anche già da bimbo che quel film fosse grandioso.
In casa il nostro horror era...La Casa, quello insomma dei 3 fratelli poi diventati 4 col tempo.
Quello invece era il mio horror, conservato gelosamente.
E lo è anche adesso il mio horror, 30 anni dopo, o almeno uno dei primi 5 insieme a Shining, L'Esorcista, La Casa appunto e The Orphanage (con Leateherface che bussa alla porta, anzi, la squarcia con la motosega per entrare).
Rivisto ieri.
E ci sarebbero tante cose da dire, e magari ce ne saranno se ho voglia.
Ma ho capito ieri che la grandezza di ULMAAL è nella sua unicità, nel suo essere film uguale a nessun altro.

Rivedere questo film adesso, nell'epoca della catena di montaggio horror, fa un certo effetto.
Perchè questo è un film scritto per essere unico, che unisce lupi mannari e zombie, registri alti e bassi, momenti di terrore ed altri fortemente ironici.


E' tante cose insieme questo film, un horror a tutti gli effetti, un horror comedy, un film sulla licantropia (il best ever senza tanti cazzi), un film sull'incubo, quasi lynchiano (ce ne sono quasi una decina), una tenerissima storia d'amore (lui che si fa imboccare a letto è semplicemente delizioso, lei magnifica), una piccola detective story, insomma un'accozzaglia di cose che sta insieme in modo perfetto.
Era il 1981 e appena un anno prima Landis aveva girato Blues Brothers. Una doppietta in due anni che pochi altri hanno replicato.
E altri due anni prima Animal House.
Per capire la grandezza di AM (odio gli acronimi ma con questo film son costretto, facciamo American Werewolf) bastano i primi 10 minuti.
Loro che camminano nella brughiera di giorno, con quell'inquadratura di spalle che li vede allontanarsi.
La scena della taverna, magnifica, con quella tensione palpabile che una barzelletta rende ancora più potente.
E poi l'indimenticabile scena della brughiera di notte, quel paesaggio nebbioso e lunare, gli ululati, il primo devastante attacco della creatura, il corpo morto dell'uomo che fu licantropo.
Uno dei migliori prologhi della storia del cinema horror.
Siamo poi a Londra.


E il film ha il potere di restar sempre "classico" ma allo stesso tempo diventare qualcosa di indefinibile, una variabile impazzita.
David ha continui incubi, come quello genialmente doppio dei nazisti-mostri + lei alla finestra.
Ricompare l'amico Jack che forse, rivedendolo oggi, fa diventare quella che era un'idea geniale come, andando avanti, uno dei punti più deboli del film.
I continui incubi (quello del letto nella foresta da bambino mi bloccò la crescita per mesi), la comparsa di Jack, l'inizio della storia d'amore con Alex e le ricerche del medico. In mezzo a questi 4 filoni "narrativi", quasi 4 diverse strade prese dal film, ecco che finalmente arriva il cuore di AM, la licantropia.
E lo sapete, vedremo quella che è la miglior trasformazione in lupo, ma non solo in lupo, della storia del cinema.
Qualcosa che ancora oggi la vedi e non ne capisci i contorni della grandezza.
Il dolore fisico provato da David è palpabile, lo senti pure te.
E gli allungamenti di piedi, mani, viso (impressionante quello), l'inarcatura della schiena, cose che nessun effetto visivo dell'epoca dei computer ha più saputo eguagliare.

Risultati immagini per un lupo mannaro americano a londra

E a completare il trittico delle scene capolavoro, con la brughiera e la trasformazione, c'è quella della metropolitana, fotograficamente splendida, corta ma perfetta.
Landis si diverte, si vede, preferisce non andare mai fino in fondo con l'horror, smorza continuamente la tensione. Il suo non è nemmeno un mix, nel senso che raramente usa comedy e horror insieme, ma li alterna. Ed è capace che 5 secondi dopo di una scena puramente terrorizzante ne metta una puramente comica.
Volendo, senza mai renderle pesanti, AM è film anche di tematiche.
Quella del senso di colpa rappresentata dall'amico che ti tormenta.
Quella della consapevolezza di essere mostri e avere la tentazione di farla finita.
E l'amore tratteggiato brevemente nel film ci sembra più autentico di interi drammoni sull'argomento.
La creatura è là in fondo, nel vicolo senza uscita.
Pare quasi che quel vicolo senza uscita sia anche quello nel quale si trovava Landis, in un finale che a me è sempre parso troppo affrettato e quasi irrisolto.
Lei prova a riconoscerlo, poi a farsi riconoscere.
Ma il breve scatto di lui porterà alle pallottole, alla morte.
Un corpo nudo di uomo a terra, come all'inizio.
E l'ennesima Blue Moon che parte in sottofondo.

20 commenti:

  1. Film stupendo, nerissimo eppure ironico.
    Senza dubbio, con L'ululato, il meglio sulla licantropia al Cinema.
    Cultone totale anche per me.

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    1. Secondo me la gente definendolo horror comedy sbaglia.
      O comunque si dà troppo spazio alla parte comica.
      Questo film ha molto molto del vero horror, come del resto la prima Casa in cui il fraintendimento nell'immaginario comune è ancora più grande.

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  2. Sono un Landisiano di ferro, e questo è il suo film migliore, fare paura e fare ridere sono due cose molto difficili da fare al cinema, Landis in questo film è riuscito a farle entrambe al meglio, e poi Blue Moon e i CCR, storia del cinema, non si scherza ;-) Cheers!

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  3. Yeah! Bello, bellissimi gli effetti superspeciali, l'amicizia, l'infermiera, il pub, il filare via con tante idee senza fermarsi a complicare e ingarbugliare troppo la situazione...

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    1. Hai ragione, mette tante cose ma rimane leggerissimo, sempre.
      E ha volti giustissimi, tutti.
      Lui ricorda un pò anche Bruce Campbell e non solo fisicamente, pure per parabola di carriera.
      L'apice all'inizio con un horror e poi quasi più nulla

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  4. Stupendo! Forse uno dei cinque film più belli per me personalmente. Emozioni quasi autobiografiche. (In taverne simili a quella, con gente simile, ci sono stato!). A parer mio, finale perfetto, ne un secondo di più, ne uno di meno

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    1. Ecco, io invece lui che arriva in fondo al vicolo, lei che arriva, gli spari e la fine l'ho trovato un finale affrettato, ma sono contento che invece a tanti piaccia perchè mi fa pensare che sbaglio io e il film non ha praticamente difetti.
      Ahah, anche i bar dei nostri paesini sono inquietanti ma a quei livelli no...
      Quindi non posso dire di aver vissuto le stesse tue esperienze.
      Sull'horror siamo nei 5

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    2. A me è capitato ma senza i lupi mannari purtroppo: irlanda, pub isolato, primo pomeriggio, entriamo in due.
      Tutto il pub si volta a guardarci, più e meno vecchi, alla tele corsa di cavalli, mi son davvero sentito in un film, la camminata verso il bancone con ancora gli occhi di tutti addosso... poi l'ho risolta al meglio.
      "Two pint of Guinness and two Paddy, please"
      E tutti son tornati a farsi i fatti propri! Ah, buona irlanda!

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    3. Fantastico ;)

      però secondo me le freccette c'erano...

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  5. Capolavoro assoluto. Landis è riuscito a fare quello che oggi sembra impossibile: prendere ciò che è vecchio e consumato, per poi "modernizzarlo" (termine terribile, ma non me ne viene in mente uno meglio adesso) e trasformarlo in qualcosa d'altro. Bellissimo. In questo caso i film Universal con Lon Chaney Jr. piuttosto che Fisher e la Hammer che già di loro mettevano il colore dove prima c'erano solo le "ombre". Comunque grandissimo film, mi pare l'ultimo prima del periodo post-tragedia sul set di "Ai Confini della Realtà". Al solito, grande Caden. Ciao!!!

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    1. Solita grandissima competenza Belushi, alla quale mi inchino.

      Non sapevo niente di quella tragedia, ho letto adesso, terribile...

      grazie Belushi....

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  6. Uno dei miei horror preferiti...è stato il mio primo dvd...

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  7. Che bello. Io poi sono particolarmente legato a questo film: da piccolo (ma proprio piccolissimo) ricordo di averne visto una scena, una di quelle che rappresentavano il delirio del protagonista, quello (per essere specifici) della tenda scostata. Un'immagine che mi ha perseguitato fino alla visione "intera del film". In un certo senso anche per me è "uno dei film horror" assieme a La Casa, Nightmare e l'Inquilino del Terzo Piano. Tra l'altro adoro Landis (tranne Animal House, che non mi ha mai detto chissà cosa).

    Bel post come al solito, io non avrei saputo parlar meglio di questo cult assoluto.

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    1. Che poi la tenda scostata è la "seconda parte" di uno stesso incubo, uno dentro l'altro, all'epoca lo ritenni geniale.
      Sì, qui mostri da piccoli facevano proprio paura e il taglio del collo me lo son portato dietro parecchio.

      Mi sa che devo vedere L'Inquilino del terzo piano allora...


      ne avresti saputo parlare benissimo, anche meglio di me

      ma grazie mille ;)

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  8. uno dei miei film preferiti! La scena ambientata nella landa scozzese è inarrivabile. Oltre allo spirito di comedy, c'è qualcosa che va ancora più in là...una specie di ironia buffa che nasce dallo scontro tra la mentalità più easy degli americani e la gravità d'animo, tipica europea. La modernità pragmatica che si trova inviluppata nella diffidenza, nelle vecchie leggende, nelle superstizioni e nei misteri europei. Un mondo vecchio ma ancora un po' sconosciuto dove l'ignoto a volte ha ancora la meglio sulla razionalità, che può farti ubriacare, con la birra scozzese o con l'amore...ma che può pure ucciderti. Io ci trovo una specie di fatalismo pessimista, nel senso che l'americano inizia a percorrere il suo destino nero dal primo momento in cui passeggia in terra europea. Il tutto comunque è farcito da uno spirito giocoso e mi sembra di veder trasparire, in chi ha girato il film. un certo affetto sia per lo spirito americano sia per quello europeo. Comunque io sono più affezionato a L'Ululato.

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    1. Ma che bel commento!

      Dio bono, non sembri nemmeno te che di solito preferisci sempre "nasconderti" dietro commenti e recensioni più da appassionato e meno da profonde analisi.
      Grande davvero, complimenti Marco!

      L'ululato non l'ho visto, perdonami se puoi ;)

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    2. ah ah! Cazzo mi hai beccato in pieno, in effetti ho detto più cose qui che nel pezzo apposito per la puntata sui lupi Mannari :-)
      E' vero, mi nascondo dietro la passione, che è un guscio inattaccabile. Per pudore, paura, insicurezza. I commenti più solidi mi piace leggerli, ma non farli.

      No, non ti perdono per L'Ululato ;-)

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    3. T'ho proprio beccato davero me sa...

      ti eri impossessato della profondità, attento che è pericolosa...

      torna ala tua competenza, passione e scrittura, che se l'altra cosa non sei abituato a maneggiarla poi te mette paura ;)

      rimedierò

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