31.7.15

Recensione "Pixels"


Un'operazione nostalgia milionaria ma intelligente, trash ma vincente.
Per tornare in quel mondo meno nitido e pieno di spigoli.

(appena finito di recensire mi sono accorto che questo film è ispirato a un corto francese del 2010. Beh, ho visto il corto, ve lo metto in fondo, e devo dire che in 2 minuti c'è TUTTO il film. Quindi molti dei migliori aspetti che ho trovato nel film, specie alcune idee, dobbiamo invece darli al corto. Il mio voto di conseguenza scende abbastanza...) 

Il mio annuale (e unico) appuntamento con il trash milionario action fantascientifico doveva prima o poi arrivare anche quest'anno, lo sapevo.
Uno all'anno e levo il medico di torno.
Certo, il rischio che andasse a finire come:
era altissimo ma in fin dei conti era quello che volevo, ovvero un baraccone che mi avrebbe permesso di divertirmi scrivendo.
E invece a sorpresa (ma poi mica tanto alla fine) Pixels m'è piaciuto, niente a che vedere con i due "colleghi" menzionati sopra.
In realtà un pò me l'aspettavo, l'operazione nostalgia era fortissima e ritrovare i tuoi videogiochi d'infanzia, Donkey Kong, PacMan, Space Invaders, Galaga, Tetris e compagnia cantante, ritrovarli dicevo nelle vesti di pericolosissimi invasori alieni che minacciano il nostro mondo beh, alzo le mani e perdo già in partenza.
Che poi la serata non era iniziata bene.
Io e Christian decidiamo pochi minuti prima de fa la mattata.
"Andamo a vedè quella stronzata de Pixels?"
"Ndamo"

30.7.15

La fanciulla che seppe resistere agli Dei e l'inganno del vino - Scritti da Voi - 45 - Rocco -


Dioniso, il suo tentativo di umana seduzione e la finale corruzione col vino. Raccontato da una prosepettiva molto particolare.
Per riflettere su noi stessi attraverso la riscrittura libera di un mito.
Si chinò su di me, il suo solo profumo avrebbe potuto annientare ogni giovinetto dell'Attica, sarò con te fino all'ultimo, penso ora fra me, perso nel ricordo di quell'aroma di donna. Con voce suadente richiamò a sé il padre, era arrivata l'ora di ricevere il nostro misterioso ospite proveniente dalla lontana Lidia. Il suo sorriso tradiva già la sua impazienza. Il maledetto aveva già scritto con sangue di donna il cammino compiuto dall'Asia minore alla Grecia, ma le donne che condusse con fermezza alla pazzia non avevano lontanamente la grazia e la purezza della mia padrona. Il suo canto risuonava e riempiva la stanza spoglia in cui abitavamo, teneva vive le spighe di grano e gli anemoni, miracoli di Demetra, dentro i freddi cesti di vimini. Ecco il vecchio padre, un bacio sulle tempie della figlia e dietro il suo mantello ecco spuntare il Dio fatto uomo. Non possedeva esattamente le fattezze che si potrebbero pretendere da una divinità, eppure un suo solo sguardo e la mia padrona era già rapita, attenta si preoccupava di nascondere il suo rossore con la biondezza della sua chioma, ma il crudele si era già accorto di aver mandato a segno il primo attacco e chinandosi verso di lei con verso di deferenza, con un ghigno beffardo si apprestava a disfare le promesse ad Artemide e sciogliere per sempre la candida verginità della giovinetta.

29.7.15

7 film sulle sette. Ovvero il nuovo cinema delle cricchette



Dopo aver visto il film di ieri decido di fare una delle mie solite liste, tanto per mettere un punto in un sottogenere molto interessante.

Più che sottogenere sarebbe più consono parlare di tematica vista la trasversalità (come questo post dimostrerà) dell'argomento.
Il tema è quello delle sette, delle cricchette, tema che mi ha sempre affascinato da morire.
Stamattina inizio a farmi tornare alla mente qualche film ed avviene una cosa strana...

1 Trovo 7 film interessanti. 7 film sulle sette (7)
2 Mi accorgo che sto facendo il post oggi che è il mio compleanno. Io nato nel 77 (sette/sette)
3 Sono nato il 29 Luglio (9 meno 2 fa 7 - sette-)
4 Luglio è il mese numero 7 (sette)
5 In almeno due film ci sono spaventi improvvisi alla bubusette (sette)
6 Stamattina ho sbattuto il ginocchio in uno spigolo e ho proferito 7 (sette) paralisi
7 Questo è il punto numero 7 (sette)

Insomma, troppe coincidenze inquietanti  

28.7.15

Recensione "Going Clear - Scientology e la prigione dell Fede" - BuioDoc - 25 -


Il documentario definitivo su quella gabbia de matti di Scientology.
Da non perdere.

Settantacinque (sette-cinque) milioni di anni fa (mè coglioni) in un lontano pianeta viveva una civilità
simile agli USA degli anni 50. Stessi vestiti, stesse strade, stesse macchine. C'aveveno un capo supremo però, tale Xenu (o almeno me pare, abbiate pazienza). C'era troppa sovrappopolazione. Allora questo capo supremo congela un pò de umani ante ante ante ante litteram, e li spedisce su un altro pianeta, che poi sarebbe il nostro, la tera. Dice poi che sti umani ghiaccioli li hanno buttati dentro i vulcani, che poi hanno sganciato anche 'n par de bombe atomiche dentro gli stessi, che sti umani sono venuti fori, hanno visto un film in 3d al cinema e poi non c'ho capito più una sega.

Per sapere questo ci sono solo due soluzioni.
O sei Cintura Nera di Scientology o ti guardi sto documentario.
Tipo adesso.

26.7.15

Una risposta, spero, ad ogni vostra domanda. Potremmo anche chiamare il post "Un sacco di risposte" ma ammetto di averci pensato solo dopo aver trovato la foto qua sotto, non credo sia quindi giusto cambiarlo

Siccome in questi ultimi tempi siete stati in tanti (più di una mano, ammetto) a chiedermi piccole
informazioni sul blog, delle più svariate, faccio questo post nel quale provo a riassumere tutto.
Lo metterò poi in alto, sotto il titolo, come nuova Guida del Blog.

1 Spuntate sempre le notifiche sull'area commenti, e non solo nei post dove avete commentato e volete vedere se vi è stato risposto, ma potete farlo anche in tutti quei post nei quali vi interessa seguire i commenti, a prescindere che lo abbiate fatto voi. Basta spuntare il quadratino di "inviami notifiche" e avrete tutto in mail.
Questo eviterà sia di dovervi ricordare in quale post avete commentato, sia di dover ogni volta guardarci sia di "regalare" visite inutili al blog

2 Potete ricevere per mail anche tutti i nuovi post, trovate la stringhetta nella parte destra del blog

3 Se avete facebook cliccando nel banner qui a destra (quello con scritto "like" arrivate alla pagina de Il Buio in Sala, Con un mi piace vedrete tutti i link.
In quella pagina "trasporto" tutti i post di qua e a volte si creano piccole discussioni. In più ogni tanto consiglio film da vedere la sera e altre piccole cose, come ad esempio tutti i link delle visioni "collettive" de Il Buio in Sala streaming.
Potete anche darmi l'amicizia privata, trovate il link in alto sulla pagina facebook del blog oppure direttamente qua, a destra, insieme alla mail.
Nel profilo privato troverete bene o male le stesse cose della pagina anche se, lo ammetto, le discussioni più interessanti e la partecipazione più attiva sono proprio nel profilo personale

4 Una settimana fa almeno 3 persone mi hanno chiesto dove fosse la lista di tutti i film recensiti.
Incredibile che non l'abbiano mai vista, davo per scontato che fosse ben visibile.
Beh, è sotto il titolo del blog, assolutamente aggiornatissima. Mi raccomando di seguire le linee guida in alto per consultarla.
Oltre a quella sotto al titolo ci sono molte altre sezioni, tutte molto intuitive dal nome ma, se volete, scopritele da soli semmai ;)

5 Molto simili alle pagine appena menzionate sono le etichette, le trovate a destra qui nel blog. Anche queste sono "raccolte" di cose, ad esempio tutta la saga dei Tipi da Videoteca. Ci sono anche tutte le rubriche esterne. Se vi piace una puntata di qualcuna di esse ad esempio basta cliccare l'etichetta per trovare tutte le altre

6 A tal proposito ricordo sempre che chiunque voglia proporre qualcosa, o continuativo (rubrica) o anche estemporaneo e sporadico può contattarmi molto volentieri.

7 Sempre per i nuovi o quelli che avevano avuto poco occhio ricordo che sempre a destra qua nel blog avete anche la lista di tantissimi altri blog o spazi dedicati al cinema.

Se avete altre domande che non sono state risposte chiedete pure, aggiornerò il post

25.7.15

I Corti de Il Buio in Sala (N°13) : Simone Massi


A volte capitano coincidenze davvero buffe.
Praticamente nello stesso giorno, circa ad inizio mese, mi è accaduto:

- di leggere questo articolo del sempre grande Luigi Locatelli, articolo in cui lo stesso criticava, a ragione, l'ultimo manifesto della Mostra di Venezia

- che il nostro ragazzo-padre Pietro Le Gars (soprannome che gli ho affibbiato per la sua maturità esagerata rispetto all'età) mi scriva in un commento qui sul blog: "Conosci Simone Massi?"

Ecco, in soli 2 giorni mi arrivano informazioni su un autore che prima non avevo mai sentito.
Una negativa, una positiva.
Tra l'altro solo dopo il commento di Pietro mi accorgo che quell'autore che mi consigliava era lo stesso del manifesto della Biennale.
Beh, che dire, è quasi paradossale, avevano entrambi ragione.
Tanto è mal riuscito quel manifesto tanto sono belli i corti di Simone Massi.

24.7.15

Recensione: "Big Bad Wolves"


Arriva da Israele un film che per violenza e sarcasmo strizza molto l'occhio a Tarantino.
Un meraviglioso prologo e un gran finale.
In mezzo, purtroppo, una stasi abbastanza evidente che rischia di rovinare premesse e conclusioni.

Il bambino conta appoggiato all'albero.
Le bambine vanno a nascondersi.
Trovano una casa diroccata, vuota, abbandonata.
Una si chiude dentro l'armadio, l'altra decide di tornar fuori e si infila in un tubo di cemento.
"Tana" fa il bambino alla bambina nel tubo.
Nessuna tana per l'altra, nell'armadio è rimasta solo una scarpetta rossa.
Prima del bambino l'aveva trovata un orco.

Un prologo folgorante, uno di quelli che poi per il resto del tempo ti fa quasi campare di rendita, per un film quasi impossibile da catalogare, uno di quelli che vira quasi sul comico quando sta per farsi terribile, e poi torna ad esser cupissimo un istante dopo che ti eri appena rilassato.

23.7.15

Recensione "Stand" (2014)


Nella Russia, nuova patria europea dell'omofobia, una coppia gay cerca di portare alla luce la verità sull'omicidio brutale di un omosessuale che, forse, avrebbero potuto salvare.
Film a tratti irrisolto ma dal finale potentissimo.
Visibile quasi esclusivamente tramite MyMovies, se volete informazioni contattatemi pure.

spoiler solo nelle ultimissime righe

Due ragazzi, coppia gay, discorrono tranquillamente in macchina.
Ad un tratto uno dei due vede qualcosa fuori, un'aggressione.
L'altro, per paura, non si ferma.
In quell'aggressione, scopriranno, è morto un omosessuale, massacrato di botte in quanto tale.
Per Anton, il ragazzo che voleva fermarsi ed aiutare, niente sarà più come prima.
Ho trovato delle analogie tra questo film e il bellissimo Forza Maggiore.
Entrambi raccontano di un piccolo (non) gesto che minerà per sempre il rispetto e la fiducia di una coppia.
In realtà i due film sono profondamente diversi, perchè se quello svedese era da considerarsi una specie di autopsia del matrimonio questo, sulla carta, vuole essere molto di più perchè oltre ad analizzare le dinamiche di una coppia "ferita" prova anche a trasformarsi in una specie di spy story e, ancor più importante, in un film di denuncia fortissima verso l'ondata omofoba che, specie in Russia, sta prendendo sempre più piede.

21.7.15

20 film che provano a farti pensare un minimo. Ovvero una piccola guida per i 15enni di adesso che non capiscono Babadook


Ormai è una legge fissa.
Quando vado al Multisala sono sempre il più vecchio, io e i miei ormai prossimi 38 anni.
Quando vado nei miei cinemini di qualità invece sono sempre il più giovane, io e i miei ormai prossimi 38 anni.
Vado a vedere Babadook e ovviamente la regola non si smentisce.
Primo e medaglia d'oro io: 38 anni.
Secondo e medaglia d'argento mio fratello: 30 anni.
Terza e medaglia di bronzo la ragazza vicino a noi: sui 22 anni.
Dal quarto posto in poi una massa di 15enni.
Non è un caso se a un certo punto, esasperati dal continuo casino fatto di chiacchierate a ruota libera e risate sguaiate dei 15enni sia stata proprio la 22enne di cui sopra ad emettere un sonoro "Ora basta Dio Maia...!!!!" seguito da un mio timido "Basta!" (mi accodo sempre, lo so, non ho coraggio di essere il primo).
Questo nuovo e giovane pubblico del multisala lo trovi soprattutto nell'horror.
Che poi è l'unico genere che vado a vedere nei multisala.
Dio Maia...

19.7.15

I Corti de Il Buio in Sala (N°12): "Monster" di Jennifer Kent, ovvero il Pre-Babadook. Analogie e differenze

Ancora in pieno babaducchismo ho deciso di scrivere questo semplicissimo post dopo aver visionato il corto Monster di Jennifer Kent, la regista del Babadook.
Inutile dire come il corto dimostri che l'idea alla base del lungometraggio non solo abbia radici molto lontane (siamo nel 2005) ma era già stata resa "pellicola" dalla regista.
I punti in comune sono impressionanti.
Ma ci sono anche delle piccole-grandi differenze.
Invito comunque a leggere dopo la visione del corto che trovate in fondo.
Ovviamente NON LEGGA chi non ha visto il film.

Bianco e nero, scelta stilistica ottima per la materia ma anche derivante dall'essere in un cortometraggio, ovvero in un mondo che abusa del B/N.
Una madre e un figlio, anche qua. La madre richiama in modo impressionante la Kidman di The Others, film che non a caso, (non da me direttamente ma da molte altre parti), è stato anche citato più volte parlando di Babadook.
Il bambino è tremendamente disordinato ed iperattivo ma non sembra avere turbe e comportamenti così al limite come nel lungometraggio. Solo un monelletto simpatico.
Non c'è un libro ma un pupazzo, diverso ma allo stesso tempo molto simile nelle fattezze a Babadook.
In realtà un libro c'è anche qua, ma l'oggetto "magico" pare essere il pupazzo.
Subito il figlio dice alla madre di aver ucciso un mostro per lei, richiamando una delle tematiche principali di Babadook, ovvero l'amorevole lotta del bambino per aiutare la madre.
Non ci sono grandi "invenzioni" o marchingegni per combattere il mostro, giusto una spada di legno.
Compaiono anche gli scarafaggi che nel lungo hanno un ruolo non troppo marginale (quelli che escono dal muro, il movimento di Babadook nel soffitto, e in generale la metafora del nero e della cosa che si insinua sottopelle, molto simile al mondo di insetti, blatte e scarafaggi. Pensiamo a Bug).
Il "mostro" è molto molto simile, anche negli artigli alla Kruger. Ovviamente, visto il budget,è interpretato da un attore, in una mise che richiama molto Edward Mani di Forbice.
I rumori che emette però sono identici.
In realtà ci sono differenze anche più importanti di quelle minime descritte finora.
E se almeno una deriva dal minutaggio (l'assenza di personaggi secondari) è proprio nell'anima di Babadook che possiamo notare le piccole differenze più interessanti.
Intanto non si fa menzione ad alcun lutto. Certo, possiamo immaginarci la morte del padre ma solo perchè abbiamo visto il film o perchè vedere una famiglia di due sole persone a letto è strano.
Il corto, e quelli che non hanno capito il film si incacchieranno ancora di più, dà ancor meno spiegazioni. Ma quello sembra venir fuori è che più che la depressione (di cui qualche pennellata possiamo comunque vederla, ad esempio nella cucina trascurata) e al lutto siamo davanti ad una metafora della pazzia. Insomma, nel film il mostro sembra personificare più cose, abbiamo più elementi per dargli più nomi.
C'è da dire, e forse questa è l'unica pecca del corto, che la madre sembra scoprire "Babadook" per la prima volta proprio nella diegesi del corto (gli occhi sgranati quando lo vede nell'armadio) ma poi, due minuti dopo, e qui sta la differenza più grande col film, sembra già "conoscerlo", dominarlo, sapere cosa rappresenta e cosa fare, Quel non dargli il permesso di tornare senza che lei voglia pare la frase e la soluzione di chi sa già perfettamente con che cosa ha a che fare.
Un passaggio forse troppo ellittico, veloce e meccanico. Ma siamo in un corto, ci sta.
Identico poi il finale, con quel mostro tenuto nascosto a cui lei dà da mangiare.
Il corto, oltre ad essere molto buono, è comunque interessante per vedere come poi certe tematiche vengano sviluppate, ampliate e perfezionate nel film,



Monster - Jennifer Kent from Jennifer Kent on Vimeo.

17.7.15

Recensione "Babadook"


Un mix quasi perfetto tra Shining e The Orphanage poteva portare solo a questo.
Poteva portare solo al più grande horror recente.

Nella seconda parte presenti spoiler.

E' stata come una rivelazione.
Finisce The Babadook, senza nemmeno discussioni l'horror più bello dell'anno, e capisco tutto.
Shining è il migliore di sempre.
The Orphanage, per me, quello del decennio.
E ora Babadook.
Perchè? Cos'hanno in comune?
L'Uomo.
E' lì il segreto cazzo, gli horror più grandi non possono prescindere dall'uomo, non possono parlare di mostri fuori da esso, non possono essere solo completamente di genere, non possono raccontare del confronto tra noi e il mostro, noi e le paure, noi e i demoni. No, quei mostri, quelle paure e quei demoni devono essere dentro di noi.
E così nel genere apparentemente più "disancorato" dall'uomo e dalla realtà di tutti, i veri capolavori sono invece quelli che parlano in maniera profondissima dell'essere umano.
Come la nuova ondata, ottima, di fantascienza intimista ed esistenziale.
Questa è la strada.
Ieri sera ho quasi pianto con questo autentico capolavoro, e non tanto per quello che mi ha mostrato, ma perchè è stato come un meraviglioso riabbracciarsi in sala con un genere che amo da morire e che da anni e anni sul grande schermo non mi aveva dato niente.
Niente.

16.7.15

Recensione "Lo Sciacallo" (The Nightcrawler)


Un grande film che è identico al suo personaggio principale.
Nero, determinato, immorale.
Se hai un obbiettivo fai di tutto per perseguirlo.

Moltissimi film poggiano tutta o gran parte della loro forza in un unico personaggio.
A volte per la riuscita dello stesso, altre per quella dell'attore che lo interpreta.
Ecco, ne Lo Sciacallo abbiamo entrambe le cose, un grandissimo personaggio, scritto in maniera mirabile, e un attore del quale ormai sta diventando pleonastico tessere le lodi.
Soffermiamoci quindi un attimo in più sul personaggio.
Una delle leggi non scritte sulle caratterizzazioni vuole che qualsiasi ruolo scrivi, anche il più nero e malvagio, abbia o un punto di rottura o una leggerissima sfumatura che ce lo rende più umano. Senza arrivare ad estremi come la "bontà della bestia" (in quanti film si scopre poi che il cattivo alla fine aveva lati commoventi o molto umani?) comunque anche nei personaggi più negativi una minima minima crepa la trovi sempre, lo stesso Joker di Ledger sembrava averla.
Ecco, Lou Bloom di sfumature non ne ha, di passati tragici che lo assolvono non ne sappiamo niente, di umanità non ne mostra mai, nemmeno una minima stilla, e non parlo di mostrarla evidentemente ma anche di farcelo almeno percepire tra le righe.
Lou Bloom è una macchina, un robot.
E il programma che hanno caricato in quel robot è quello del successo a qualsiasi costo.

15.7.15

Dialogo tra un sordomuto e un sordomuto (più un uomo che passa velocemente e li saluta)

Dopo il successo internazionale dei tre precedenti dialoghi, ovvero

quello al cinema
la veglia
il banco ci cianfrusaglie

ammetto di essermi montato la testa e sentito un piccolo grande scrittore.
E allora voglio osare e dimostrare a tutti che posso compiere imprese quasi impossibili.





"......!"
"......!"
".....................?"
"....................."
"..................................................................?"
".."
"...................."
".."
".."
"......................................"
"..! ................. :
.........
....
...................
.........."

"...!!!!!"
"....................?"
"---"
".............?"
"---"
"...!"
".............................................................................................................................................................................................................................................................."
".........?"
"..!"

"Ciao ragazzi, tutto bene?"
"....!"
"....!"
"Meglio così,a presto! Si fa così il saluto con la mano vero? Come il nostro no?"
"..!"

"...........?"
"............"
"....................................................................."
".............!!!!!!!"
"...........(................)................-...............-........................."
"..............1,2,3,4........."
".....?"
"...." "5,6,7........"
"..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................."

"Ascolta, la stai a fa troppo lunga, smettemola de fa i tonti e dimme a voce"
"Sì, hai ragione. No ti dicevo che ieri..."

fine

14.7.15

Recensione: "A Field in England"


La conferma, dopo il bellissimo Kill List, di trovarsi davanti ad un giovane autore dall'incredibile talento e assolutamente fuori da ogni logica imperante.
Date il tempo però al film di mostrarsi fino alla fine.

Spoiler dopo la seconda foto


E' possibile che si possa parlar bene, anzi benissimo, di un film che per almeno un'ora (dell'ora e mezzo totale) ti è sembrato quasi completamente sbagliato?

Ma certo che è possibile, visto che molti film, specialmente quelli non banali -che quelli lo capisci da subito che viaggiano su binari prevedibilissimi- hanno il bisogno di mostrarsi completamente, fino alla fine, per far vedere chi sono.
Cosa sono.
E poi con Ben Wheatley era già successo no? anche Kill List era qualcosa di quasi indefinibile e abbastanza derivativo prima dell'incredibile e potentissima mezz'ora finale.
E così sto giovane regista inglese di poco più di 40 anni m'ha fregato e affascinato di nuovo, ancora una volta con i suoi  modi e il suo stile.
Uno stile raffinatissimo (forse pure troppo qua, vedremo perchè) e dei modi completamente anticonvenzionali, specie per quel miscuglio di generi che ti propina ogni volta e per quel fregarsene assolutamente di "aiutare" lo spettatore alla comprensione.

13.7.15

Recensione "Pontypool"



Uno dei film (chiamarlo solo horror non me la sento) più originali e intelligenti di questi ultimi anni. Una nuova frontiera per il virus movie

1 Ho visto il film grazie alla piattaforma MyMovies, anche perchè in streaming è diventato quasi introvabile. Vi prego però di cercarlo in lingua originale (su MYMovies è in italiano) perchè come nessun altro questo è un film basato sulla lingua e sulle parole
2 A partire da questa rece ho deciso di mettere 2 righe 2 (quelle in blu) come minimo riassunto della stessa

3 La rece è piena di spoiler, sarebbe meglio che la leggiate solo dopo. Anche se, in realtà, fino alla linea divisoria che trovate quasi in fondo rischiate poco, o almeno credo. Questo è un film sul quale si potrebbe discutere a lungo, mi piacerebbe lo vediate



A volte sarebbe tanto facile valutare un film...
Basterebbero poche e semplici regoline da ricordarsi prima di cominciare a scrivere.
La più importante, credo, sarebbe chiedersi se il film è riuscito a darti o lasciarti qualcosa, se ti ha fatto riflettere, se ti ha interessato.
A prescindere da quanto ti sia piaciuto.
Molti invece iniziano a recensire dimenticandosi di come hanno vissuto il film e di tutte le cose di cui sopra. Trattano i film solo per quello che sono e non per quello che hanno dato loro.
Io sono stato fino alle 3 e mezzo del mattino a ripensare a Pontypool.
Non solo, la mattina l'ho rivisto quasi tutto perchè c'erano molte parti che volevo capir meglio, alcune riuscendoci, altre no.

12.7.15

Una giornata antropologicamente rilevante (e rivelante)


Torno ad un circolo tennis dopo anni e anni, io che nei gloriosi primi anni 2000 calcavo ed ero conosciuto in tutti i più importanti, da Rivotorto a Chiugiana, solo per citare quelli con i nomi più normali.
Stavolta, quasi per caso, mi ritrovo invece in un circolo coi controcoglioni, e con "controcoglioni" non mi riferisco tanto alla qualità e bellezza dello stesso ma soprattutto alle persone che lo frequentano che, tra l'altro, spero mi perdoneranno per quel prefisso "contro" che ho aggiunto alla loro condizione.
Arrivo al parcheggio e la macchina più scrausa è una Porsche, la più agile un Suv.
Io sono con la mia Kia Picanto da battaglia (sono dovuto andare fuori per controllare marca e modello, non lo ricordo mai), una macchina che ha più sbreghi di Danny Trejo, e ho cercato il posto più nascosto convinto che, se mi avessero visto, mi avrebbero precluso l'accesso.
Ce la faccio, esco dal cadavere su 4 ruote e mi inerpico per il vialone alberato costeggiato da campi da tennis.
Come sempre ho sete.
Arrivo al bar schivando giovani virgulti testosteronici, anziane giocatrici in gonnellino e vecchi dirigenti incartapecoriti.
E mi succede una cosa talmente assurda che là, in quel momento, a prescindere da quello mi sarebbe successo poi in giornata, ho deciso che avrei scritto un post sull'accaduto.
Entro e penso "cazzo, ma sui bar dei circoli tennis li chiederanno ancora i chinotti e le cedrate?".
Mi siedo al banco e ordino la mia immancabile Coca Cola.
Mi affianca a destra uno dei giovani virgulti, a sinistra uno dei dirigenti incartapecoriti.

"Una cedrata" fa il primo.
"Un chinotto" fa il secondo.

In contemporanea, ve lo giuro.
In realtà l'unica cosa che ho modificato sta nel fatto che il vecchio abbia ordinato il chinotto dicendo:

"Un chinsette per favore"

Probabilmente una battuta che fa da 50 anni e che continua a dire sperando ogni volta di trovare una compagnia diversa.

11.7.15

Collateral, guida ad un probabile capolavoro - Scritti da Voi - 44 - di Gianluca Memoli


Torna Gianluca con un altro dei suoi pezzoni "monstre". Con l'ultimo, questo, è successa una cosa molto particolare visto che è stato condiviso dallo stesso J-Ax nella sua bacheca portando a più di 5000 letture in pochissime ore.
Per la prima volta Gianluca affronta la rece di un film. Ma l'approccio, professionale ai confini del parossismo, è lo stesso delle altre volte.
Buona lettura!

Los Angeles. In una notte iniziata come le altre, un killer a contratto, Vincent, sequestra un tranquillo tassista, Max: lo costringerà a farsi accompagnare a compiere cinque omicidi.
Riuscirà Max a fuggire da Vincent?

Se volete far capire a qualcuno il concetto di depotenziamento, senza spiegarglielo ma direttamente facendoglielo provare, prendete certi film e riduceteli alla trama: gli arriverà un decimo (se va bene) di ciò che, in realtà, quelle opere sono. Così è “Collateral”: un film che sotto le vesti di un action-thriller adrenalinico, il genere che meglio prende il grande pubblico, si presenta stratificato come pochi. Sono trappole, pellicole come queste: capaci di divulgare messaggi profondi, concetti a volte anche ostici, diluendo certa pesantezza dell’erudizione in una struttura accattivante.

9.7.15

Recensione: "Holy Motors"


Recensione iniziata e finita in meno di 20 minuti dopo la fine del film. Scrivo sempre di getto ma pubblicare una rece un quarto d'ora dopo la fine del film non mi era mai capitato sinceramente. Quindi abbiate pazienza per tutti gli eventuali problemi che ne derivano.



Questo film fa parte de La Promessa (7/15)




Se non volete più il cinema, se niente vi emoziona più, se state lì immobili, impassibili, addormentati davanti allo schermo, beh, io invece non voglio mollare.

E se non riesco più a lavorare, se non ho più le telecamere intorno a me, se il cinema non può più far parte della mia vita, allora farò in modo che la mia vita diventi cinema.

E sarò una vecchietta che chiede soldi, sarò quella che voi un tempo chiamavate cinema povero.

E sarò un artista della motion capture, io con i miei sensori e le mie lucine. Salterò, combatterò, amerò, scoperò, e sarò tutto quello che voi un giorno chiamavate effetti visivi.

E sarò uno zoticone, un essere repellente, uno schifoso uomo che esce dalle vostre fogne, rapisce la bellezza e poi in quelle fogne ci ritorna. Sarò tutto quello che un tempo, nel tempo del cinema, veniva chiamato disturbante. E, come con quel fotografo, saprò attirare la vostra attenzione.

E sarò un padre di famiglia che va a riprendere sua figlia ad una festa, niente di più. E' il ruolo più facile e difficile allo stesso tempo, così vero, così normale. 
E' il cinema verità, quello che non si inventa niente ma si limita a raccontare la vita.

E sarò un musicista per rappresentare quella che chiamavate colonna sonora.

E sarò uno spietato killer, sarò il cinema della suspence e della morte. E vicino a me diventerò controfigura di me stesso, in questo continuo scambio si prospettive, verità e finzione.

E sarò ancora un killer perchè per me, come per il cinema, un omicidio non basta, non è sufficiente.
Sarò crivellato di colpi ma mi alzerò fresco come una rosa perchè io per voi sono la realtà ma io non sono la realtà. Io sono un ruolo.

E sarò ancora un ricco vecchio morente.
E morirò per voi.
Sarò il cinema del dolore.

E infine sarò il marito di una scimmia perchè avete bisogno anche del surreale.

Sarò tutto per voi.
Interpreterò ogni cosa nel miglior modo possibile, e anche se qualcuno mi dice che sono un pò stanco di questo lavoro e ogni tanto non sono credibile io vado avanti.
Perchè voi avete bisogno di me.
 Se non credete più nel cinema allora saremo noi attori a portare fin dentro le vostre vite tutte le emozioni che un giorno vi dava lo schermo.

Questi manichini un giorno erano in piedi, qui si faceva cinema.
 Questo hotel si chiama Samaritaine. 
Samaritani, come noi, che portiamo la finzione della verità. o la verità della finzione, dentro le vostre vite.
C'è anche lei qua dentro, c'è anche il musical, avete tutto.

Sono Monsieur Oscar, sono un attore, sono Denis Lavant.
E se voi non avete più bisogno del cinema io proverò fino alla fine a portarlo dentro le vostre vite.
Solo per la bellezza del gesto.
Solo per la bellezza dell'azione, per questo fuoco qua.

O per crederci ancora.

8.7.15

Recensione: "A girl walks home alone at night" (2014)



presenti piccoli spoiler
Un ragazzo che pare James Dean cammina tenendo in braccio un gatto che pare Giuliano Ferrara.
Sotto un ponte c'è una fossa comune, corpi su corpi.
Poi sarà buio.
Sempre buio.
In una città iraniana devastata dal peccato, sorta di Sin City meno stilosa e più vera, in questo buio vivono spacciatori, magnaccia, puttane, drogati, transessuali e altra feccia su richiesta.
Sembra non esserci nessun altro, sembra non esserci niente di buono a Bad City, sembra non essere mai giorno.
E nell'oscurità, nascosta nel suo chador, si aggira una ragazza che sotto quel chador sprizza pop music e voglia di vendicarsi..
Gira solo al buio, gira sola al buio.
Ed è la protagonista di un film iraniano capace di unire stile, originalità, anima e messaggio.
Un noir che è misto di tante cose, horror con pochissimo sangue, un thriller a tinte fosche, qualche spruzzata di espressionismo dei primordi, una storia d'amore impossibile e flirtante con la morte.

6.7.15

Tipi da Videoteca (N°8 ): L'Ameba col cane - 1 - Trota, incomprensioni nel nome, improvvisi ricordi di chi scrive e assistenti che vendono Mutandari


Dopo due mesi e mezzo tornano i Tipi da Videoteca.
Tutte le oltre 20 puntate precedenti le trovate qui, da leggere dal basso all'alto.

La prima volta che entra si piazza davanti a me, senza proferire parola (solo poi, mesi dopo, capirò iche era meglio in quella maniera che quando parlava).
Sta seduto là e mi guarda.
Gli sorrido.
Ha un'età indefinibile, 18 anni? 24? 30? e un'espressione, mi perdonerà, in confronto alla quale il Trota pare un membro del Mensa.
Questo ragazzo qui davanti a me al massimo de mensa al conosce quella del circolo Arci.
Ad un certo punto sento un abbaio.
All'inizio penso che quell'abbaio sia partito da quel volto inerte che continua a fissarmi, un ventriloquismo davvero notevole. Mi sfrego le mani, ho un nuovo giocatore nel negozio.
(giocatore: persona assurda che merita approfondimenti antropologici e un posto in squadra a PES).
Gli abbai continuano.
Ma capisco che quell' abbaio che io credevo venisse da lui in realtà è stato un abbaglio.
Perchè l'abbaio molto più semplicemente è di un cane.
Mi alzo dalla scrivania e allungo il collo.
Ai piedi del giovane Einstein sta un bellissimo cagnolino, bianco, di cui non riconosco la razza per il semplice motivo che io, come succede per le automobili di cui non conosco un solo modello, per i cani non riconosco una razza.

4.7.15

Recensioni Superiori (N°3): Pier91


Nelle precedenti due puntate ci eravamo trovati in quella zona pericolosissima che nel linguaggio comune viene chiamata "tra il serio e il faceto". Sì perchè se era evidente un certo divertimento nel riportare le recensioni di Mr619 o del mitico Orsetto Bundi, era altresì vero che io, comunque, una certa ammirazione (più de na certa) ce l'avevo davvero per loro.
Pier91 è un'utentessa di Filmscoop, come l'orsetto.
Quando apparivano le sue recensioni le divoravo.
L'età, se è quella che il nick richiama, è impressionante se riferita alla ricchezza, padronanza e intelligenza della sua scrittura.
Qui di faceto non c'è nulla, qui c'è un occhio e una sensibilità superiore e una superiore capacità di riportare sul "foglio" quello che quell'occhio e quella sensibilità hanno colto.
Spero che le faccia piacere sta cosa, ora la contatto.
Ma ormai il post l'ho fatto, se glie sta bene bene, se non glie sta bene peggio per lei.
Mi sarebbe piaciuto rileggermi un centinanio delle sue rece e riportare le più belle. Sarebbe stato troppo difficile e laborioso e allora, vi giuro, ne ho prese solo a caso un pò, seguendo titoli che conosco bene.
Tanto, do cogli cogli con lei.

CAVE OF FORGOTTEN DREAMS
La mia risposta all' ultima domanda di Herzog è: sì. Scrutando la grotta Chauvet, sì, sono stata sovrastata dal sentimento di un abisso temporale. Proprio come il coccodrillo albino, che in una splendida favola futuribile potrebbe non riconoscere, sulle pareti, i suoi alter ego, quelle fraterne creature aliene. Proprio come l' archeologo giocoliere, cui Herzog, geniale funambolo della parola, pone le domande perfette… proprio come lui, che dopo cinque giorni di esplorazione ha dovuto fermarsi ed assimilare, atterrito da immagini magiche, "mostruose", già gravide di tutte le scintille, di tutti i sogni dell' uomo sulla rappresentazione del mondo: la messa a morte dell' arte descrittiva, il sorpasso dell' arte statica, il cinema. Possiamo specchiarci in questi sognatori affrancati dalla Storia (disegnavano, a distanza di migliaia di anni, sopra le opere dei loro predecessori) senza provare vertigine?

3.7.15

Recensione "Muri" - BuioDoc - 24 -


Anche questo film è stato visto con la piattaforma MyMovies
Davvero interessante e, per quanto ne so io, pure originale l'idea avuta dai documentaristi Francesco Conversano e Nene Grignaffini.
A 50 anni dalla costruzione del Muro di Berlino che, pochi cazzi, è sicuramente il muro più importante, iconico e rappresentativo della storia, i due registi italiani hanno pensato di raccontate quei muri che, a differenza di quello tedesco, sono ancora presenti e in "piedi" nel nostro pianeta.
Idea allo stesso tempo semplice e geniale, anche perchè, e all'inizio del documentario lo scrivono pure, i muri non sono soltanto quelli eretti fisicamente dall'uomo ma anche quelli più astratti ma ugualmente divisori, quelli dell'odio, del pregiudizio, della diversità.
E proprio qua sta forse il pizzico di delusione che si prova alla fine. Con un soggetto e una presentazione simile ci aspettavamo una carrellata di chissà quanti muri, fisici o no, mentre il doc si concentra soltanto su due, tra l'altro uno nemmeno muro in realtà, ma un ponte.
Ovviamente stiamo parlando di piccole produzioni e forse si è fatta di necessità virtù, ma certo la sensazione che si sia sprecata una magnifica idea per raccontare troppo poco è forte.
Anche perchè lo snellimento che ci sarebbe stato nel presentare più situazioni avrebbe giovato anche alle due effettivamente poi presentate, di cui almeno una, quella messicana, tirata un pò troppo per le lunghe.

1.7.15

I Peri Patetici (2.5): In realtà solo una piccola promo di 3 minuti per presentare un personaggio che forse in futuro verrà intervistato. Infatti a tal proposito, se notate, non ho messo nel titolo della rubrica la frase "passeggiate con mio fratello disquisendo dei Massimi Sistemi ai minimi sindacali". Ah cazzo, l'ho fatto adesso lo stesso praticamente

Lo stesso giorno della puntata due volevamo farne una terza nel centro storico del paese.
Il fatto è che ci vediamo una volta al mese e volevamo approfittarne.
Però, entrati nel paese, Ieio suona ad una porta, io nemmeno sapevo di chi fosse.
Ci apre un uomo.
Lo conosco bene.
Non sta tanto bene adesso, Ieio lo invita con noi a venire al bar (tutte ste cose sono state tagliate).
Piano piano, Ieio sempre scalzo, l'altro malfermo sulle gambe, lo accompagna, quasi mano nella mano.
Al bar chiacchieriamo un pò, a casaccio, come sempre.
Diamo il video al terzo fratello (di 4), l'HGW XX/7 del blog, dicendogli di caricare solo i 5 minuti della mini intervista.
Invece ha creato questo bellissimo video nel quale dell'intervista non è rimasto niente, ma meglio così, tanto magari un giorno arriverà quella lunga.
Quel "raccontarsi" è idea sua.
A presto Bruno.