4.12.14

Caden in Wildwood (N°1): Il terribile e magnifico mestiere del crescere

Come detto una decina di giorni fa ho iniziato una piccolissima collaborazione (circa due pezzi al mese) con un nuovo e giovane sito gestito da amici, WILDWOOD. Ho deciso che per ringraziare loro della cosa (e anche per avere tutto in archivio anche qua) userò questo metodo per linkarli, ossia riproporre anche qua nel blog, dopo circa due settimane, il pezzo.
Chi mai volesse commentare se proprio non ha niente di meglio da fare può farlo benissimo anche da loro.


La domanda da farsi potrebbe essere cosa significa crescere.
Un’altra se poi, alla fine, crescere convenga.
Cosa ci può far crescere, quanto tempo ci serve, fino a che punto è bello maturare senza perdere tutte le meraviglie del bambino che è in noi?
Ma anche, una volta cresciuti, poi, è possibile tornare indietro?
Tutte domande alle quali è impossibile rispondere perchè la meraviglia dell’uomo, se ce n’è una, è che ognuno ha le proprie risposte, siamo tutti come il nostro dna, unici.
Certo si può crescere anche in un solo istante, ma quelle son cose che appartengono solo alle tragedie.
I ragazzi di Breakfast Club probabilmente non saranno cresciuti o maturati nelle 8 ore che, per punizione, la scuola li ha costretti a passare in classe un sabato mattina, ma certo quell’esperienza in qualche modo li ha cambiati.
Ognuno è là per un motivo diverso, a malapena si conoscono (sono di classi diverse, e non solo scolastiche…), l’unica cosa che li accomuna è trovarsi là, nella scuola deserta, con l’obbligo di scrivere un tema.
“Chi sono io?” questo il titolo del compito che hanno.
Nessuno, o uno soltanto per tutti, scriverà una riga, ma in quelle 8 ore il solo parlarsi, il solo sfogarsi, il solo riconoscersi uguali in quella marea di differenze sarà molto più che scrivere un semplice tema, sarà togliere un velo al proprio disagio, sarà la forza di chiedere un aiuto, sarà il desiderio di non essere più soli.
Sempre ambientato negli anni 80, ma uscito solo 2 anni fa è Noi Siamo infinito, un piccolo gioiellino che racconta senza alcuna esagerazione e alcun tentativo di ergersi a morale l’amicizia di un piccolo gruppetto di “ragazzi da tappezzeria” (questo, in soldoni, il titolo originale). La scoperta dell’amore, l’importanza dell’amicizia, il tentativo maldestro ma profondo di cancellare un terribile trauma passato.
Colonna sonora pazzesca per un film che tenta di raccontare “emotivamente” la meraviglia dell’adolescenza, quel vivere ogni attimo semplicemente per quello che è.
Nell’indimenticabile Stand by me, vera architrave dei film generazionali dei miei tempi, un gruppo di amici diventava grande in una sola, pazzesca, giornata passata alla ricerca del corpo di un loro coetaneo scomparso.
Possiamo rintracciare una struttura simile nel piccolo, ma a mio parere, potentissimo Mean Creek.
Anche qui vedere in faccia la morte, anzi, averla in qualche modo causata, porterà un gruppo di amichetti a non essere più quello che erano, forse non a maturare (perchè perdere la propria adolescenza non vuol dire per forza maturare) ma comunque a non poter più essere bambini. Realistico, crudo, in qualche modo spietato nella verosimiglianza delle sue dinamiche.
E se quella dei ragazzini di Mean Creek era una ragazzata finita male certo lo stesso non si può dire riguardo i ragazzi di Eden Lake, un torture movie terribile, a mio parere il migliore degli ultimi 5 anni. Solo per appassionati di genere e gente dal cuore stabile, Eden Lake racconta l’inferno passato da una giovane coppia prima disturbata, poi inseguita e poi torturata da un gruppo di bulletti inglesi. Motivo? nessuno. E’ un film che porta alla ribalta un problema gigantesco del Regno Unito, quello della delinquenza giovanile, arrivata a livelli come mai prima d’ora. Credo che poche volte io abbia provato un’empatia simile per una protagonista.
Ma, ripeto, stiano alla larga i non avvezzi al genere.
E diretta conseguenza di Eden Lake è senz’altro Common, piccolo film televisivo inglese praticamente perfetto che in maniera talmente verosimile da sfiorare il documentario, porta alla ribalta la terribile e assurda legge della Joint Enterprise, ossia la norma che in  caso di atto criminale perpetrato da una “banda” (o anche solo da un gruppo di amici) condanna TUTTI, non solo chi ha commesso il fatto. Rissa per strada in cui scappa il morto? se tu eri là con i tuoi amici rischi anni e anni di carcere, paradossalmente anche se hai tentato di salvare la vittima. Una legge iniqua, assurda, che serve all’Inghilterra solo per mandare quella che loro considerano la feccia nelle carceri. La vicenda del protagonista è così inverosimile e umanamente inaccettabile da gridare verso lo schermo.
Per finire se si parla di giovani, maturazione e adolescenza è impossibile tener fuori la scuola.
Avrei molti titoli da proporre e allora tanto vale  presentare semplicemente l’ultimo che ho visto, Class Enemy.
Muore una studentessa. 
L’occasione per i compagni di classe di analizzare quanto accaduto e “usarlo” per crescere è straordinaria ma invece l’unica cosa che fanno, oltre ad approfittare della tragedia per accusare il Sistema-Scuola, è una letterale caccia all’uomo contro il professore (supplente) secondo loro primo e unico colpevole del suicidio della ragazza. Prof insensibile, freddo, autoritario, ma forse portatore sano di una coscienza, di un modo di affrontare l’ineluttabilità della morte, che quei ragazzi dovrebbero far propria.
Film che non fa morale, che racconta, che non lascia nessun messaggio positivo allo spettatore, anzi, lo porta a delle riflessioni molto scomode e nient’affatto banali.
Sarà per questo che l'ho trovato bellissimo.

18 commenti:

  1. Mi torna in mente un film francese di qualche anno fa Them, ambientato a Bucarest, interessante perché ispirato a una storia vera e terrorizzante per l'esistenza di una "gioventù" spietata.

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    1. Them??
      Them???
      E chi lo conosce???

      http://ilbuioinsala.blogspot.it/2011/09/them.html


      ahaha, Santa, con me sfondi una porta aperta con questo film, credo non ci sia nessuno che lo ama più di me :)

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    2. Bellissimo Them/Ils, sono rimasta veramente sopresa, mi si e` attorcigliato lo stomaco.
      Bel post!

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    3. Non pensare mai di essere solo (ahahahah) :)
      Letta, fantastica recensione.

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    4. Grazie infinite Santa...
      Quando l'ho rivisto la seconda volta non avrei mai pensato di amarlo più della prima.
      No, siamo in tanti ad averlo apprezzato, vedi anche Miriam qui sopra, ma tanto tanto come me forse sei la prima :)

      Miriam: grazie!

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  2. "Mean Creek" mi manca, ma non per molto, visti gli aggettivi che usi :)

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    1. Franz, tra qui e là sono 3 volte che commenti questo articolo :)

      ahah, sì, ti piacerà

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  3. Mi piace questo tipo di articolo-rassegna di film che hanno in comune un tema o un argomento. In effetti, son tutti titoli interressanti, a cominciare dall'indimenticabile STAND BY ME

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    1. A te ti piace sempre tutto, sei il lettore ideale :) :)

      Stand By Me indimenticabile, qui l'ho solo menzionato perchè preferivo parlare di cose più recenti e meno conosciute

      grazie!

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    2. spesso preferisco scrivere risposte ai post che mi piacciono, faccio come scrissero di fare Fruttero e Lucentini: non perdono tempo a criticare libri o cose che non gli sono piaciute _)

      se poi una cosa è fatta bene, perché non dirlo?

      (magari, d'ora in avanti sarò più cattivello ;) )

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    3. Tu non riusciresti ad esser cattivo nemmeno provandoci :)

      Sì, conoscevo anche io quella frase dei due.

      continua così!

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    4. posso sempre allenarmi :)

      quella frase dice molto di loro e di chi la conosce e la apprezza.

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    5. Io ho un approccio simile ma allo stesso tempo completamente diverso.
      Nel senso che provo a farmi piacere anche le cose che non mi piacciono.
      Poi, se non mi piacciono nemmeno con lo sforzo, mi diverto lo stesso a parlarne :)

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    6. ma 'sparlare' di qualcosa che non mi è piaciuto, diverte anche me! s-parlare, che magari puà anche voler dire un non-parlare, un tacere-che-spiega, un raccontare che ri.mescola e in-torbida la minestra, la rende più saporita ma anche piùdifficile da digerire.
      in questo caso, vale la pena 'perderci tempo0 a parlarne.... ma forse, succede quando quel che non ci è piaciuto ci ha comunque colpito in qualche modo
      :)

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    7. ps, è confermato, per prima di natale arriva il computer, e quindi, dopo che avrò re-implementato tutto, sotto con la scrittura! ;)

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    8. Assolutamente, quello che non ci piace ci colpisce allo stesso identico modo di quello che ci piace.
      Pensa proprio a te e alle tue battaglie.
      Sono più le occasioni per "sparlare" delle atrocità che vedi e combatti o quelle per "esaltare" la bellezza del mondo animale?
      Beh, credo almeno alla pari no? :)

      Perfetto per il resto, quando vuoi!

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  4. Congratulazioni e in bocca al lupo per questa tua nuova collaborazione.
    Bella l'idea di una rassegna tematica "a stile libero".
    Ho letto ma non commentato su WILDWOOD perché non ho un account e sono tremendamente pigro, ma ho messo il "like" sul tuo post.
    Non ho visto alcuni dei film che hai menzionato ma tra quelli che conosco ho particolarmente amato Stand By Me e Noi Siamo Infinito.

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    1. Ho avuto questa idea perchè era l'unica che mi permetteva di usare il materiale che già avevo e rielaborarlo senza fare penosi copia incolla.
      Ahha, non preoccuparti, anzi, ho visto che il loro sito non si presta tanto ai commenti, in quello forse si differenzia un pò dai blog.
      Credo ti piacerebbero tutti, guardati Class Enemy soprattutto

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao