26.8.11

Recensione: "Dogtooth"

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presenti numerosi spoiler, invito a leggere previa visione.

Educazione: dal latino educere, in questo caso traducibile con "tirar fuori ciò che sta dentro". Quindi solitamente un processo educativo dovrebbe servire a far emergere e al contempo formare delle attitudini mentali e fisiche già presenti nell'individuo. Può esistere però un'educazione "totale", una formazione ex novo impartita ad una persona? un'educazione cioè che non tenga conto delle attitudini dell'individuo e delle regole della società in cui tale individuo vive ma costruisca tutto a tavolino?

Questo sembra raccontare il meraviglioso Dogtooth, pellicola incredibile, quasi unica nel suo genere.

Tre fratellli vivono in una meravigliosa villa in aperta campagna. Il loro mondo conosciuto finisce lì visto che i genitori (più che altro il padre, con la madre soltanto succuba complice) non hanno mai permesso loro nè di uscire nè di conoscere attravero altri canali -libri, televisione, film- quello che è il mondo al di fuori della loro casa e del loro giardino. L'educazione totale di cui parlavo prima (e individuabile abbastanza facilmente nel discorso che l'allevatore fa riguardo i cani, visti come creta da plasmare a piacimento dal proprio padrone) non finisce qua; anche il vocabolario dei ragazzi è in mano ai genitori cosicchè "escursione" diventa un materiale edile e "zombie" un fiore bianco di campo. E anche per quanto riguarda la sfera sessuale, mentre le due femmine sono lasciate in una condizione di totale ignoranza, al maschio vengono invece "offerte" prestazioni da una ragazza che arriva da "fuori" portata in casa appositamente dal padre (che le mette una benda durante il percorso in macchina per tenerla all'oscuro di dove abitano).

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Pellicola sconcertante, di glaciale bellezza, con decine e decine di sequenze talmente belle e pregne di significato da rendere la visione un piacere intellettuale quasi senza pari.

E così la spersonalizzazione dei ragazzi - nessun nome proprio, nessun altro posto dove andare, nessuno scopo, nessun desiderio (al massimo quello di vincere una matita a un gioco senza senso)- è perfettamente rappresentata dalla scena nella quale i tre cercano di raggiungere bendati la madre. E la stessa sequenza nella quale sono immersi nella piscina ricorda moltissimo la placenta materna, testimonianza della loro totale dipendenza dai genitori.

Questo perchè tutto quello che accade deve essere ricondotto alla famiglia, non esiste niente al di fuori di essa (il riferimento divino è puramente voluto). E così l'arrivo di un cane dovrà essere giustificato come se fosse stato partorito dalla madre, la musica ascoltata nello stereo è il nonno che canta, gli aerei che passano nel cielo- unica interferenza del mondo normale che giocoforza i genitori non possono "controllare"- sono dei modellini di 10 cm che ogni tanto cadono in giardino. Come in The Village i ragazzi non possono avventurarsi oltre i propri confini (la scena del modellino recuperato con la macchina è formidabile) e non solo perchè li aspettano mostri mangiauomini (i gatti) ma perchè dovranno prima aspettare la caduta dei propri denti canini (vedi titolo) per poter esser considerati pronti.

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Poi la vhs di Rocky vista per sbaglio dalla figlia maggiore sarà un vero punto di svolta perchè comincerà ad instillare più di un dubbio nella ragazza fino a farla arrivare alla voglia di non viver più come bruti ma seguir quella canoscenza finora negata. Passerà rapidamente dall'indifferenza verso ciò che potrebbe esserci oltre lo steccato (praticamente la sua vita fino ad ora), alla speranza ("non ti sembra che il mio canino sia traballante?") fino ad arrivare alla terribile azione, la rottura del canino, gesto che se da un lato sembra sovversivo nei confronti del padre, dall'altro dimostra quanto rispetti e creda ai suoi dettami (sarebbe comunque potuta fuggire a prescindere).

Uscendo un attimo dalla materia trattata è giusto ricordare come Dogtooth sia comunque fiction cinematografica. Quindi una citazione ai formidabili attori -tutti strepitosi, dal primo all'ultimo- e alla regia di Lanthimos sono doverose. Ovvio che il pensiero vada ad Haneke: la glacialità della regia e delle location, il ritmo filmico, il tipo di inquadrature, l'essenzialità del parlato, gli improvvisi e fortissimi scatti di violenza -taglio al braccio del fratello, punizione alla sorvegliante, rottura del canino (soprattutto la prima scena citata per ritmo e dinamica mi ha ricordato il terribile suicidio di Cachè), l'atmosfera "densissima", la quasi totale impossibilità per lo spettatore di empatizzare con i personaggi, tutto rimanda al genio del regista austriaco. Lanthimos ci regala una perla dopo l'altra, alle tante già citate aggiungerei le scene del dialogo "afono" tra padre e madre, il ballo al suono di chitarra e la meravigliosa camera a mano che segue la ragazza nella sua fuga verso la macchina.

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E il finale è qualcosa di portentoso, da un lato tanto odioso ed insopportabile verso lo spettatore ,quanto dall'altro perfettamente coerente col resto della pellicola. Per la bellezza della scena, per il metodo che usa, quello della sospensione tanto simile a un'apnea, e per il significato narrativo -più ipotesi vere allo stesso tempo- mi ricorda l'altrettanto meraviglioso finale di Lourdes.

Dogtooth non è un film surreale, non oltrepassa minimamente il senso di realtà. Dogtooth racconta semplicemente una realtà-altra da quella che conosciamo, una realtà che può sembrare assurda e inconcepibile ma purtroppo, da qualsiasi lato la si guardi, è una realtà che sembra dannatamente possibile.

Sarà per questo che mette i brividi addosso.


( voto 9,5 )


102 commenti:

  1. na han parlato in tanti come di un film della madonna. lo voglio!

    cmq: la pantera rosa
    nel bel mezzo di un gelido inverno
    la guerra lampo dei fratelli marx
    paper moon
    hot fuzz
    ricomincio da 3...

    ce ne sono un sacco di titoli divertenti. non ne senti la necessità dopo aver visto tanti film deliranti uno di seguito all'altro?

    :-)

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  2. Guarda, hai davvero colto nel segno, Al'interieur e Dogtooth sono davvero i film più disturbanti che abbia visto (almeno quest'anno), il primo a livello visivo, il secondo psicologico.

    Riguardo il consiglio è forse vero il contrario, ossia più vedo un "filotto" di film così, più tardi vorrei uscirne.

    "nel bel mezzo un gelido inverno" mai sentito, ammetto l'ignoranza.

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  3. Dae, mi è piaciuto molto il tuo pezzo.
    Io lo vidi a gennaio, e non mi piacque per nulla.
    Lo trovai pretenzioso ed invasivo, un pò come il padre.
    Eppure, continuando a pensarci, in questi mesi, sono arrivato a pensare che sia una sorta di Inception del "non-Cinema", sicuramente importantissimo.

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  4. film incredibile, ne hai colto la vera essenza.
    è ferreo e potentissimo come un teorema matematico, lucido e fluido: non lascia scampo.
    secondo me, tra i film migliori degli ultimi dieci anni.
    inutile aggiungere che sono in trepidante attesa per il nuovo di Lanthimos: Alpis.

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  5. *Marco: assolutamente.

    Ti dirò di più. A rischi di prendere la scomunica da James trovo il coraggio di dire che Dogtooth è superiore a qualsiasi Haneke, malgrado consideri formidabili tutti i film che ho visto del regista austriaco. Ecco, ormai l'ho detto...

    *Einzige: Ti ringrazio. Mi piace moltissimo il paragone matematico, specie trattandosi di un film greco.
    Mi informo subito su questo Alpis.
    Ciao!

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  6. *James: secondo me te un pò ce l'hai con i registi troppo autoriali che sembrano scimmiottare qualche grande del passato. Fai benissimo, ma in questo caso non riesco proprio a vedere pretenziosità perchè di solito trovo pretenziosi tutti quei registi che cercano in tutti i modi di raggiungere un obbiettivo attraverso un'eccessivo taglio autoriale ma NON ci riescono (I pretenziosi, quasi etimologicamente, hanno ambizioni eccessive rispetto a quello che valgono) . Lanthimos e il suo Dogtooth invece ti colpiscono in maniera stupefacente, quindi c'è sostanza, altrochè se ce n'è. Lo straordinario risultato che raggiunge Dogtooth annulla di fatto l'eventuale presunzione del regista.

    mamma mia, me so incartato, l'importante è che mi sono spiegato, non ho voglia di correggere :)

    Ciao!

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  7. Ciao! :)
    Dogtooth è un film che mi interessa molto ma non ho mai avuto occasione di vederlo. Dopo la tua bella rece mi sa che è giunto il momento di recuperarlo. :)

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  8. Ti ringrazio molto Simone. Non so che film ti piacciono ma se sei uno che sta spesso e volentieri fuori dalla grande distribuzione Dogtooth diventa visione obbligatoria.

    Devo venirti a visitare anche io, ti metto in lista :)
    (devo prima ricambiare il favore almeno ad altri 3,4 blogger; il fatto è che faccio moltissima fatica ad uscire "di casa" malgrado la lettura degli altri blog sia un piacere enorme).
    Se ogni volta che recensite un film che io ho già commentato oppure, al contrario, sono io che commento un film già recensito da voi, in questi casi mettete pure il link qua, facciamo prima...

    grazie ancora, ciao!

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  9. Il messaggio precedente l'ho scritto da cani ma avevo una fretta enorme di chiudere il negozio.

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  10. si è un film impressionante, l'ho visto ieri e ne sono rimasta allibbita, anche se non si sa mai il motivo per cui i genitori usano questa educazione con i figli...un film allucinante in tutti i sensi

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  11. Ciao Arwen! Un'altra blogger cui devo ricambiare la visita, iniziano ad esser tanti... Devo prendere un giorno di ferie per venire da tutti voi.

    Arwen, se ci pensi, non sapere il motivo per cui il padre agisce in quel modo è soltanto un bene. Pensa se il film si fosse buttato in alcuni spiegoni (espliciti o no) sul perchè o percome di quell'allucinante educazione. Il film ne avrebbe risentito moltissimo, credo che tanta parte della sua immensa bellezza risieda proprio in questa omissione.

    Ciao!

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  12. Ah, scusa della risposta tardiva, spero che tu la veda! :)

    P.S: chi è la Cotillard nell'avatar?

    O sei tu? Se sei te vengo a trovarti all'istante!

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  13. si sono d'accordo, comunque è una domanda che ti poni durante la visione, si la foto nell'avatar è la cotillard, la mia la lascio nel mio spazio su faccialibro ^^

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  14. Visto da un paio di giorni ne sono rimasto fortemente colpito a livello emotivo, come lo rimasi davanti a "Salo le 120 giornate di sodoma" di Pasolini, credo per quanto la primordialità e la crudezza dei rapporti di potere possano distruggere le forme sia quelle linguistiche sia le convenzioni sociali. "il potere è anarchico" faceva dire Pasolini ad uno dei suoi personaggi. Qui più modestamente lo sono un padre e madre di famiglia che arbitrariamente costruiscono un non-luogo per i propri figli.
    Aggiungo un altro elemento credo si possa dire che il vero protagonista del film sia il fuori in tutte le sue forme, l'anello più esterno che ogni volta viene riassunto,attutito e reinterpretato per essere fatto rientrare nelle categorie di quella realtà sia esso fattore linguistico o elemento naturale. Mi viene un rimando naturale al Kafka de "la Tana" o la novella sui barbari e in particolare alla percezione del fuori come minaccia irrudicibile. Ho scritto forse più del dovuto e te ne chiedo scusa Giuseppe.

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    1. Standing ovation :)

      Hai scritto meno del dovuto Rocco, ma che scherzi?

      Il tuo problema è l'essere troppo colto amico, vaffanculo!

      Leggo le novelle che citi appena posso.
      E la tua anche eh... :)

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    2. Se si parla di cultura filmica, credimi, arrivo al massimo ad allacciarti le scarpe. Cmq col tuo blog mi sto rimettendo in pari. Non so se è una bestemmia, ma prima che me ne parlassi tu, non conoscevo neppure Hanneke (tra l'altro vincitore a Cannes), stasera ho in programmazione "il nastro bianco".

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  15. SONO PRESENTI LEGGERI SPOILER
    Mo' che sia un capolavoro, mi sembra davvero azzardata come considerazione. Non dimentichiamoci della nazionalità del regista, e quindi il paese dove son state girate le scene, la Grecia per l'appunto. E già la situazione generale, soprattutto quella socio-politica, nel 2009 (anno della produzione del film credo) non era delle migliori. Quindi mi sembra un po che il regista con questa pellicola abbia voluto dirci che chi comanda lì, lo fa in maniera sbagliata. Come se voglia un po addossare le colpe di tutti i mali esclusivamente ai più potenti (il pater familias presente nel film ne riprende tutti i connotati). Ma non dimentichiamoci che lo Stato siamo noi, cittadini inclusi. E quindi non approvo nè la sottomissione della moglie, nè la mancanza di curiosità nell'andare oltre e contro ciò che si ritiene sbagliato da parte dei figli. Insomma niente di sensato a mio avviso, perché se si trattattasse solamente di rispetto e totale devozione per le istituzioni, con molta probabilità il genere umano si troverebbe a vivere ancora nelle caverne, sfruttiamola meglio l'evoluzione della specie, no? Evoluzione che non è evidente soltanto da un punto di vista strettamente fisico (al tempo dei romani, i cittadini non superavano il metro di altezza ad esempio), ma è anche un miglioramento delle funzioni cerebrali e dell'istinto. Fortuna che la figlia maggiore (un po troppo tardi a mio avviso), si da una svegliata e cerca di evadere, ma pure là, che bisogno c'era di spaccarsi il canino a colpi di mazza? A quel punto del film, vi erano evidenti sospetti che il padre mentisse spudoratamente a tutti quanti. Detto questo, è sicuramente un film da consigliare, la fotografia è meravigliosa e ci sono parecchi spunti di riflessione che non mi sono dispiaciuti affatto.

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    1. Interessantissime considerazioni Nina.
      Ma secondo me c'è soltanto un piccolo errore di fondo nei tuoi ragionamenti ed è quello che in qualche modo dico nel primo capoverso della recensione.
      Non avevo pensato a questa metafora ad hoc che il regista potrebbe aver pensato per la sua nazione in crisi, è probabile ma il problema è un altro.
      Il film, un pò alla Saramago (l'hai mai letto Nina? credo ti piacerebbe moltissimo) ci fa immergere sin da subito in una situazione surreale (o irreale) di cui ci dice poco o niente, nè cause nè perchè, così è se vi pare. I figli NON hanno mai conosciuto niente al di fuori di quel mondo creato per loro, non vi ci sono trovati poi. Quindi la metafora con noi cittadini per me decade perchè è ovvio che trovarsi sottomessi dopo essere stati liberi (o comunque conoscendo il concetto di libertà) deve portare a una ribellione, a una coscienza comune. E' impossibile mirare a, lottare per, riconquistare cosa se l'unica realtà che conosciamo è quella, se crediamo che il mondo sia soltanto quel microcosmo.
      Semmai è vero il contrario Nina, quando la figlia scopre che ci deve essere altro allora lotta per capire cos'è. Nella tua metafora è come se una cittadinanza che conosca solo dittatura e vivi "bene" sotto di essa (un bene relativo perchè privo di termini di paragone) poi si ribelli per la semplice curiosità che ci sia altro.
      In questo, mantenendo la tua metafora, lo vedo come positivo il messaggio.
      Ho scritto tanto e non ricontrollo, scusa per eventuali errori o periodi ballerini, spero di essermi spiegato.
      A presto.

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    2. L'azione violenta della rottura del canino è simbolica, serve a misurare l'intensità dei momenti che portano ad un cambiamento evolutivo.

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    3. ah, non sapevo che ci fosse una lettura "universale" riguardo la rottura del canino

      grazie ;)

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  16. Un'altra cosa che non mi è piaciuta affatto, il regista ci racconta che il figlio maschio soddisfa le sue voglie con la vigilante, mentre per le due figlie non vi è nemmeno un accenno di propensione alla libido. Com'è possibile mi chiedo? E' un film incompleto e con diverse contraddizioni.

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    1. Grazie dei commenti Nina, domani cerco di risponderti con calma.

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  17. diamine che film!! l'ho visto una settimana fa dopo che ne avevi parlato in un'altra recensione, e da allora non faccio che ripensare alle varie scene. una visione inquietante che non ho ancora metabolizzato del tutto. nemmeno me lo ricordo quale è stato l'ultimo film prima di questo che mi aveva dato questa sensazione, dal momento che purtroppo ormai tendo a non sorprendermi più di nulla di quello che vedo (penso non solo io). grazie per avermelo fatto conoscere.

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    1. Grazie a te!

      Io lo amo da morire, te l'ho detto, best film del 2011 qui sul blog.
      Appunto perchè sorprendente, nuovo.
      E terrificante.

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  18. Tu che recensisci film di questo genere e mi fai venire curiosità e io che me li guardo pure.
    È stata una cosa surreale, alla fine non posso dire che non mi sia piaciuto per niente.

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    1. "alla fine non posso dire che non mi sia piaciuto per niente"

      è un pò contorta come costruzione, che significa?

      1 che un pò ti è piaciuto (non per niente ma un pò)

      2 che non riesci a dargli una valutazione

      3 che, vista la tua prima frase, non puoi dire che non ti è piaciuto per niente perchè io l'ho esaltato

      4 altro

      :)

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    2. Ancora più misteriosa.
      TI lascio riflettere.
      Magari intanto riguardati il ballo delle due sorelle :)

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  19. La tua recensione mi ha incuriosito parecchio. Da quando ti leggo mi sto aprendo (piano piano) ai film disturbanti, e ti dirò, mi attirano.
    Grazie :)

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    1. No, ma vabbeh, qui non si tratta di disturbante o meno, una persona con la tua testa sto film lo deve vedere e chiusa la questione, ma che scherziamo

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    2. Me lo sono procurato...e dopo questo commento non posso non vederlo.
      Poi l'idea del film autoriale mi attira sempre.
      Grazie per "una persona con la tua testa" :)

      (a proposito: come avrai notato sto commentando un po' di più, il periodo buio sembra allontanarsi piano piano, speriamo bene)

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    3. Sono contento!
      Io invece quando scrivo tanto è brutto segno, l'opposto :)

      ti aspetto su Dogtooth

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    4. Che film Giusè! Pensavo che, in quanto ad ansia psicologica, Miss Violence fosse difficilmente superabile; poi ho visto questo e mi sono ricreduto. Dalla prima all'ultima inquadratura, un'attesa continua. Attesa che la situazione svoltasse in qualche modo per quei ragazzi, ma niente.
      Spero che alla fine il cofano si sia aperto.

      La scena della macchina usata per recuperare l'aereo è allucinante.

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    5. La stessa sospensione di quel finale l'ho trovata solo in quello immenso di Lourdes... (non so se l'ho scritto in rece, semmai mi scuso della ripetizione).
      Che film eh,,,,
      Per me è uno dei top del quinquiennio.

      Sì, forse quella è la scena più esasperata, quella che ti fa veramente capire completamente a che livello possa arrivare il plagio

      bene

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    6. allora lo metto in lista, voglio recuperare un po' di film strani come questo.

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    7. Lourdes non è strano, non c'entra niente con questo tipo di film (a parte la regia, anch'essa gelida).
      E' proprio il finale che mi ha lasciato la stessa apnea :)

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  20. E finalmente sono riuscito a vederlo!
    Che dire... un film davvero potente. Ci sono tantissime interpretazioni che si possono fare su questo titolo. Personalmente ho visto in quella famiglia una sorta di regime totalitario: abbiamo il padre che riveste la figura del dittatore, la madre che lo asseconda senza dire una parola(forse per paura?) e i figli che sono all'oscuro di tutto. È pazzesco vedere come i genitori cambino il significato delle parole: è come se l'isolamento, oltre ad essere fisico, diventasse anche mentale. Tra l'altro vorrei fare una considerazione sul finale: è vero, la sorella maggiore è riuscita a scappare ma non sono sicuro che sia una cosa del tutto positiva. Infatti, anche se è riuscita ad evadere, si troverà senza alcun punto di riferimento. Insomma, per me è non è un finale del tutto positivo.
    Un altro punto interessante è il discorso dell'allevatore di cani che hai citato nella recensione: possiamo vedere i tre figli come tre pezzi di creta e il padre come il padrone di quei tre pezzi e quindi libero di plasmarli e modellarli a suo piacimento. È come se i figli fossero dipendenti dai genitori.
    L'apice probabilmente si raggiunge quando il padre fa ascoltare loro una canzone "modificandone" le parole e facendola diventare una sorta di elogio-propaganda alla famiglia. Quella scena è potentissima, ma potrei citarne altre che mi hanno colpito: ad esempio il balletto verso il finale oppure la rottura del canino che precede la fuga della figlia maggiore. Tra l'altro quest'ultima scena per me è la perfetta dimostrazione dello strano legame che si è creato tra i genitori e i figli: la sorella maggiore poteva tentare di uscire senza per forza spaccarsi il canino ed invece lo fa, come se volesse rispettare le regole del padre fino all'ultimo.

    Tra l'altro il regista ha fatto l'ottima scelta di eliminare la colonna sonora, contribuendo così a creare una sorta di atmosfera surreale.


    Insomma, mi è piaciuto parecchio. È un tipo di film "nuovo" rispetto a quello a cui sono abituato e ti ringrazio per avermelo fatto conoscere.



    Alessandro.

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    1. Complimenti Alessandro.
      In teoria per capire che sei avanti nemmeno servirebbe tutta la perfetta analisi che hai fatto, avanzerebbe il tuo primo aggettivo, "potente".
      Qui c'è gente che a 40 anni ancora oltre a dire "il film è FATTO bene" non va, te a 15 già usi aggettivi che non si sentono mai.
      E perfetti come in questo caso.

      Allora.
      Per quanto riguarda la tua lettura (regime totalitario) ero convinto di averne scritto anche io ma leggendo qua e là mi sa di no, bravissimo.
      Lo stesso schema l'avevo rintracciato nel film La Zona, meraviglioso (te lo consiglio, ha dei ragazzi come protaognisiti poi).

      Il finale è molto aperto, certamente lei non avrebbe inizialmente appigli in quella nuova vita ma c'è anche da dire che quella, se c'è, è l'unica speranza di cambiar vita, non va sottovalutata come cosa.

      Le scene bellissime sono tante, quelle che citi, anche io l'ho fatto, particolarmente.
      Rispetto alla rottura del canino c'è una doppia lettura che avevo scritto in rece:

      "fino ad arrivare alla terribile azione, la rottura del canino, gesto che se da un lato sembra sovversivo nei confronti del padre, dall'altro dimostra quanto rispetti e creda ai suoi dettami (sarebbe comunque potuta fuggire a prescindere). "

      Perfetta l'osservazione sulla colonna sonora.

      Bravissimo, son contento :)

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    2. Mi segno anche La Zona. Da quando ho deciso di approfondire meglio il mondo del cinema mi sono segnato un sacco di titoli interessanti; adesso ho una lista parecchio lunga di film "in attesa di visione" e poco tempo per vederli.

      Beh, per me "potente" era l'aggettivo più adatto per descrivere Dogtooth.



      Alessandro.

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    3. Hai una vita per vederli,non poco tempo.
      Devi saper aspettare, sei già troppo avanti sulla tabella di marcia.
      La Zona però sì, vedilo presto :)
      Mi sento abbastanza sicuro

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  21. Sto dogtooth mi ha fatto perdere la bussola.
    Scrivo e riscrivo il commento e non va mai bene. Quindi ci rinuncio
    Però, Giusè, un favore me lo devi fare.
    Appena hai del tempo da dedicarmi, anche qua, mi fai un fischio che io ti scrivo dei mini pensieri, domande, dubbi etc. sul film e tu mi rispondi.
    Devo parlare di questo film con qualcuno e lo posso fare solo con te.
    Aspetto.

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    1. Aspetto che ri-fischi.

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    2. fiii coff coff fiiiiii coff coff

      ci sto provando ma mi manca il fiato

      comunque è come se lo avessi fatto

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    3. :)
      Sei abbastanza lucido? No, perchè quando capita di svegliarmi di pomeriggio non ricordo nemmeno come mi chiamo ahhaha

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    4. Te scrivi, io entro domani rispondo sicuro

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    5. Eh, ma dobbiamo avere uno scambio di battute nell'immediato, sennò ti scrivevo un commento come al solito.
      Uff
      Già è difficile formulare un pensiero logico per sto film.

      1) non pensi sia importante conoscere il motivo che spinge il padre ad impartire quel tipo di educazione?
      In realtà so già che la risposta è no. L'ho letto in un altro commento.
      Però, ecco, come facciamo a condannare in via assoluta il padre se non sappiamo il perchè?
      Lo fa perchè vuole avere il controllo dei figli? Lo fa perchè ha paura del mondo esterno? Sono due ipotesi diversissime. La prima è assolutamente da condannare, la seconda invece potrebbe rendere la lettura del film diversa.
      In lobster mi hai detto di prendere per buoni i film di Lanthimos, senza farsi troppe domande. Mica facile, eh?

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    6. No, se avessimo saputo il motivo il film sarebbe un altro film.
      A me sarebbe piaciuto enormemente di meno.
      Ma del resto adoro Saramago.
      Rachele, le tue due letture sono sì molto diverse, ma in realtà in entrambi i casi sarebbe un tipo di educazione aberrante.
      Qui di parla non solo di isolamente spaziale ma di proibire ai figli di sapere che esiste un mondo fuori, modificargli il linguaggio, non farli letteralmente vivere.
      In ogni caso sapere il "motivo" potrebbe rendere Dogtooth un film "normale" e non così universale e unico.
      Deve essere così, sospeso, senza contingenze, nè temporali nè motivazionali

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    7. Ma aberrante per chi guarda, per noi spettatori.
      Ma per i figli invece? Prova ad immaginarti in quella famiglia, con quel padre, non ti sentiresti di vivere una vita normale? L'unica vita che conosci è quella,come può essere sbagliata?

      A parte la scena della vhs e il rapporto incestuoso tra fratelli, che c'è in quella famiglia che non va? Sto parlando dall'interno, eh?

      Qui mi sono incartata e non so come uscirne.
      Fammi cambiare idea, perchè mi sento una mezza stronza a non condannare il padre.

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    8. Non solo è aberrante per noi, ma anche per lo stesso padre che sa benissimo a quali privazioni porta i figli.
      Quindi io non trovo che sia giustificabile in ogni caso.
      Se ragioni così entri in una spirale molto pericolosa.
      Prendi ad esempio Room, ragionando così anche la vita di Jack dal suo punto di vista è una bella vita, abbastanza priva di rischi e vicino la persona che ama e lo ama.
      Il tuo discorso è interessante e non è che ci sono tanti modi per uscirne.
      Adesso ripenso anche a The Village, alla fine altro film assimilabile a questi due.
      Ma là l'esclusione del mondo, il restringimento, faceva condurre comunque una vita abbastanza normale, per certi versi virtuosa.
      Ma restiamo nel tuo scenario, quello di una vita felice perchè ignara di tutto, una specie di gigantesca Sindrome di Stoccolma inconsapevole.
      Allora perchè i ragazzi sentono il bisogno di scoprire?
      Allora perchè lei sente l'assoluto bisogno di andare?
      Secondo te, a meno di traumi psicologici ormai insanabili, quei ragazzi preferirebbero la vita che hanno sempre vissuto o quella vera?


      Insomma, come la giri la giri quella non è nè sarà mai la loro vita ideale

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  22. Ma il padre ritiene corretto il suo modo di educare , e i figli non soffrono la condizione. Tutto si spezza solo nel momento in cui la maggiore vede la vhs e inizia a farsi delle domande. Entra in gioco la curiosità che fino ad allora era stata presente(non in maniera incisiva), ma tenuta a bada dai genitori.
    Io non ho visto in loro la necessità di scoprire il fuori, ne tanto meno nel padre una figura di padre-padrone.
    C'era una sorta di timore reverenziale , che tra l'altro è presente in molte famiglie normali, ma non c'era paura da parte dei figli.

    È normale che nel momento in cui scoprono che c' è altro oltre la villa vogliono conoscere quell'altro,ma solo quando quest' "altro"si manifesta.
    Non provano mica ad uscire prima eh?
    O mi sto sbagliando?

    I figli non stanno subendo nessuna privazione perchè non hanno niente di cui privarsi. Come puoi privarti di qualcosa che non conosci?Discorso diverso per la madre, lei sa cosa c'è fuori ed è comunque costretta a vivere reclusa.





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    1. Non lo so, è un punto di vista molto interessante ma pericolosissimo...
      Se lo accettiamo qualsiasi violenza nel mondo è giutificabile.
      Specie ai bambini che, per antonomasia, sono ignari di tante cose e possono credere che quello che subiscono è giusto.
      E se in questo padre non vediamo la figura di un padre padrone, uno che non solo educa in modo mostruoso i figli, ma che li forgia da zero, dall'inizio, uno che addirittura cambia le leggi del mondo, come ad esempio le parole, beh, se non è un padre padrone questo non so chi lo è.
      Ma mica devo convincerti eh, anzi, tieni sempre salde le tue idee, lo dico sempre.
      Ma, insomma, sono al polo opposto ;)

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    2. Giuseee, ma che c'entrano i bambini.
      Sono ignari,si, ma del significato dell'abuso mica della conseguenza psichica e fisica che l'abuso porta.
      Ma che fai, mi fai passare per un mostro? Ahahaha
      Sto semplicemente dicendo che tutto ciò che non è percepibile con i sensi ( una conoscenza empirica, va) non esiste.
      Ergo i figli non conoscono nulla al di fuori della villa e di conseguenza non possono soffrirne.
      Non c'è il termine di paragone.
      Quindi,quando tu dici non è e non sarà mai la vita ideale, non prendi in considerazione il fatto che quella è l'unica vita che conoscono. Puoi affermare con certezza che i figli non conducono una bella vita? Secondo i loro canoni eh? Non i tuoi

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    3. Fino a prova contraria bambini lo sono stati anche loro.
      E qualcuno li ha privati di gran parte del mondo e delle cose che può fare un bambino, può sapere un bambino e può vivere un bambino.
      Ripeto, il tuo assunto per me è molto pericoloso.
      Io continuo a pensare che questo sia uno dei genitori mostri più estremi che ho visto nel cinema

      senza nemmeno un 1% di sfumatura ;)

      ma su questo argomento inutile cercare punti in comune

      credo...

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    4. Eddai Giusè, non mi dire cosi.
      Mi fai sentire in colpa:(

      Il padre peggiore è quello di miss violence. Questo è un santo rispetto a quello.

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    5. Sono due cose troppo diverse.
      Dipende dai punti di vista.
      Un mondo negato è un mondo negato.
      Non lo so, non faccio classicihe ;)

      e perchè? abbiamo ognuno detto la propria, mica c'ha ragione uno e l'altro no

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    6. "Ripeto, il tuo assunto per me è molto pericoloso"
      Sembra che sono una deviata se dici cosi!!!

      Ma dai,non c'è paragone tra i due padri. Quello di miss violence abusa delle figlie e le fa prostituire. Che può esserci di peggio?

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    7. Una è una cosa fisica, l'altra una cosa completamente diversa.
      Io non riesco a paragonarle, manco ci provo.
      Ed è un discorso troppo delicato.
      Ma per me siamo lì

      ora se vuoi chiedere altre cose del film bene. sul padre basta, ahahaha ;)

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    8. Vabbe, punti di vista diversi.
      Niente, esaurito l'argomento dogtooth.
      Al prossimo Lanthimos.
      ;)

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    9. Ah, dalla premessa iniziale sembrava che avessi mille domande, non a caso hai messo

      1

      sulla prima

      invece era unica. Ma è valsa come dieci per tempo ;)

      al prossimo

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    10. Mi hai fatto passare la voglia, ahahha

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    11. capita ;)

      quando si parte da punti di partenza così opposti poi è difficile andare avanti

      ci vediamo altrove

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  23. Film che si svolge quasi esclusivamente in una casa, dialoghi limitati, pochi personaggi… elementi per cui ho sempre evitato di guardare dogtooth, perché pensavo potesse essere pesante, lento, un’ora e mezza di disagio garantito.
    Invece no, film giustamente definito ritmico, lo guardo fino alla fine, provando sì disagio, ma anche stupore, curiosità, a tratti tenerezza, a tratti disprezzo.
    Scene da brivido… in cima alla lista il dialogo muto tra madre e padre, in un’atmosfera quasi lynchiana.
    Genitori da brivido: una madre complice di un uomo che sottopone i propri figli ad un condizionamento mentale impressionante, alienante, disponendo delle loro vite come se fossero una sua proprietà.
    Ma quante volte questo accade, in modo più o meno estremo, nella realtà pseudo-normale? quanto potere si può avere sulla vita di un essere vivente? nei rapporti genitore-figlio, compagno-compagna, persino (concedimelo) uomo-animale ecc ecc

    L’attenuante della ‘non conoscenza, quindi non sofferenza’ per me non esiste, semplicemente perché il non conoscere, la non esperienza non ferma l’istinto. Fa parte della nostra natura voler esplorare, seguire i sensi, provare, capire, anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo… e meno male, direi, perché su questo si muove il mondo.
    La privazione della possibilità di seguire la propria natura è l’atto più dannoso, ingiustificabile ed egoistico che possa esistere. E se giustifichiamo quel padre, giustifichiamo ogni tipo di gabbia e di repressione, più di quanto non facciamo già normalmente.

    Con questi presupposti, è facile parlare di metafora politica, sociale, di libertà e diritto d’informazione e di linguaggio. Insomma, dogtooth lascia noi LIBERI di scegliere e riflettere su infinite interpretazioni.
    Un film eccellente, potente, profondo.
    A tratti avrei voluto chiudere gli occhi, poi ho capito che forse il suo scopo è farceli aprire un po’ di più.

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  24. Mi ero dimenticata di scrivere un dubbio. Ma il libro di medicina, in questa realtà ipercontrollata,in cui persino vebgono tolte le etichette dlle bottiglie d'acqua, non è una "concessione" strana?

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    1. Intanto bentornata ;)

      sono d'accordo su tutto, 100%

      1 Sì, Dogtooth con la lentezza c'entra nulla. non c'è mai un calo di attenzione, c'è sempre il desiderio di scoprire cosa possa accadere. In questo senso è un soggetto perfetto, uno di quelli che se fermi il film e ti chiedi "e ora che può succedere?" la risposta è "tutto"

      2 assolutamente, Dogtooth è l'estremizzazione della possessione. E come dici a livelli più bassi la troviamo in quasi tutti i rapporti, di coppia, famigliari, lavorativi e tutto quello che vuoi. Certo, mai vista una arrivare ad un tale livello.
      In questo senso è interessantissimo un film che ti ho consigliato più volte, Ruby Sparks. Anzi, quasi quasi me sarebbe venuta voglia de fa una lista sui film da plagio mentale...

      3 sì, con Rachele ho provato a dire la mia su sta cosa con molti commenti. In realtà te l'hai fatto meglio, e con uno. E' esattamente quello che volevo dire, per questo per certi versi reputo questo padre peggiore anche di altri che fanno cose all'apparenza più devastanti

      4 sì, perfetto. Ci stanno tutte quelle letture, tutte. Uno dei film più importnti della decade, non dico più belli (per me sì) ma più importatni sicuro

      5 ti riferisci a tutte le "informazioni" che si possono trovare in un libro credo, dalla tipografia, a notizie su altri mondi etc... Assolutamente, è una cosa che non avevo notato e non mi ricordo nemmeno se c'è una spiegazione

      complimenti

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    2. Sul discorso del padre, è legittimo avere opinioni differenti, ma non credo di poter mai cambiare pensiero su questa cosa.
      La differenza tra dogtooth e qualsiasi altro esempio di violenza fisica o mentale è che normalmente, chi conosce la realtà, ha più possibilità di ragionare e arrivare ad una scelta e al cambiamento.
      In Dogtooth il cambiamento è affidato solo ed esclusivamente all'istinto, alle sensazioni, forse al caso (se, invece di un gatto, arrivasse un essere umano?).
      Infatti i figli vivono quel mondo in tre modi diversi e la figlia maggiore sembra essere l'unica in cui si accende il fuocherello dell'intuito e poi della ribellione.
      Un passo alla volta, lei riesce in cose notevoli... nel secondo incontro con Cristina rifiuta lo scambio e ottiene i video, dando un senso e un valore a sè stessa in relazione agli oggetti che probabilmente non è facile stabilire in quella realtà, dove un qualsiasi oggetto nuovo, per quanto inutile, è preziosissimo (anzi, diciamo che neanche nella realtà normale tutti riescono a dare il giusto valore alle cose e a sè stessi); ed è bellissimo quando decide di scegliersi un nome e quindi un'identità, dicendo alla sorella di fare lo stesso, perchè "Puoi avere qualunque nome ti piaccia".

      Il libro non me lo spiego, non lo so, potremmo pensare che fosse anche quello supercontrollato.

      Grazie, mi becco sempre i complimenti qua!

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    3. Anche io penso che conoscere la realtà, anche se terribile, sia questo essere privati del mondo.
      Poi oh, certo, ci sono casi talmente limite in cui scelte e scappatoie non ce ne sono.
      A differenza di Miss Violence qua è la figlia maggiore ad aver finalmente maturato una ribellione, là se non sbaglio era la più piccola (o la penultima).
      Molto interessante la questione del video ma, ahimè, la ricordo poco. (ho sì due visioni ma entrambe di quel periodo, 5 anni fa)

      la faccenda del nome è emblematica, una piccola apocalisse in tal senso. Riappropriarsi si qualcosa, e farlo attraverso il linguaggio, in un microcoscmo che controllava anche quello, è una piccola grande rivoluzione.
      Continuo a pensare che la scena madre del film, quella del canino tolto, sia la più straordinaria.
      Perchè al tempo stesso rappresenta la ribellione finale ma anche il rispetto incondizionato dei dettami, delle regole e del mondo creato dal padre (non potrebbe uscire fino a quando non gli cade)

      ti becchi i complimenti quando li meriti

      e così è facile meritarseli

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    4. sia "meglio di" questo essere privati...

      manca un pezzo

      in ogni caso approfitto per consigliare gli altri due lanthimos. Kinetta lo vedrò a breve, non posso consigliarlo a scatola chiusa

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    5. Ciao Manuela
      Perdomami se mi "intrometto" nel tuo commento, ma si è preso in esame il mio giudizio sul padre e vorrei rispondere.
      Non ci piove sul fatto che il tipo di educazione impartita dal padre sia aberrante. I genitori devono insegnare ai figli a stare nel mondo, non ad averne paura e tenerli all'oscuro di quello che succede, e se anche il motivo fosse stato quello di proteggerli, non è comunque giustificabile. Io condanno ogni tipo di controllo, su animali, persone etc, e dal mio punto di vista, quello di persona libera non posso di certo sostenere il comportamento del capo famiglia.
      E su questo siamo d'accordo mi pare.
      La cosa, invece che ci trova in disaccordo (cosi come con Giuseppe) , consiste nel condiderare aberrante il comportamento del padre dal punto di vista dei figli.
      I figli seppur spinti dall'istinto e dalla curiosità non possono vivere male la condizione,perchè non conoscono l'altra faccia della medaglia.
      E per me il non conoscere non può portare la necessità di scoprire, o meglio, loro conoscono quello che i genitori vogliono loro far conoscere e a loro sta bene cosi.

      L'equilibrio si spezza solo nel momento in cui la figlia maggiore scopre il mondo fuori grazie ad una vhs, allora si, da quel momento l'educazione riservata ai figli non può più andar bene e diventa perversa , perchè abbiamo finalmente il termine di paragone, la verità.
      Per questo motivo non posso trovare peggiore la situazione di dogtooth rispetto ad esempio miss violence o altri film sullo stesso filone.
      In una famiglia alla Lanthimos potrei essere felice per il resto della mia vita (senza violenza fisica, eh?), perchè non percepisco la violenza psicologica.
      Per me la vita quella è, come può non andarmi bene?
      Una famiglia alla miss violence, invece, è una famiglia malata non solo dall'esterno, ma anche dall'interno. Ed è qui che sta la differenza, che per me è il fulcro centrale di tutto.

      Diamo per scontato che il mondo debba andare per come siamo abituati a conoscerlo, ed è giusto,eh? Ma se invece il mondo iniziasse ad andare diversamente? La coniazione di nuovi termini, il divieto di uscire dai proprio confini territoriali, etc. Si, lo so, sto delineando uno scenario quasi apocalittico, che porterebbe all'estinzione della razza umana,ma supponiamo che si riuscisse a trovare un compromesso,un equilibrio, ecco, pensi che dopo centinaia di anni da questo nuovo mondo, chi ne fa parte penserebbe che è un mondo sbagliato?
      Se ragioniamo cosi è semplicemente perchè siamo abituati a credere giusto quello che viene praticato da sempre, ciò che secondo la comune accezione è considerato normale ed é tale solo perchè la maggioranza ha stabilito con la prassi che deve essere cosi.
      Ho scritto e mi sono spiegata con i piedi spero tu riesca a capire lo stesso:)

      Per quanto riguarda i libri, è una cosa che ha incuriosito anche me. Mi pare, però che l'unico libro presente nel film fosse quello di anatomia, mi sbaglio?
      Ho giustificato la cosa pensando che il testo di anatomia non insegna nulla di nuovo, nel senso, è semplicemente l'elencazione di ossa, organi etc, non può nuocere all'insegnamento del padre. Di certo non è un libro che ti fa chiedere "perchè"?

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    6. oggi rispondo al volo a tutti

      sul libro la penso anche io come Rachele ma siccome mi sono confrontato anche altrove con Manuela lei dice che comunque ci sono molte parti di testo, non solo le figure. E il testo potrebbe portare intanto a trovarsi davanti un vocabolario normale, non il loro, e in più ci potrebbero essere riferimento a nomi di persone, luoghi, etc... non so

      sul resto io ho già scritto tanto, la tua posizione l'ho capita e l'hai spiegata perfettamente

      è che proprio la trovo concettualmente sbagliata e pericolosa, come ti dissi

      comunque questa parte del discorso di Manuela

      "L’attenuante della ‘non conoscenza, quindi non sofferenza’ per me non esiste, semplicemente perché il non conoscere, la non esperienza non ferma l’istinto. Fa parte della nostra natura voler esplorare, seguire i sensi, provare, capire, anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo… e meno male, direi, perché su questo si muove il mondo.
      La privazione della possibilità di seguire la propria natura è l’atto più dannoso, ingiustificabile ed egoistico che possa esistere. E se giustifichiamo quel padre, giustifichiamo ogni tipo di gabbia e di repressione, più di quanto non facciamo già normalmente."

      credo risponda al tuo commento, non esiste solo il mondo conosciuto ed imposto

      se continuiamo a parlare de sto film ce troveremo come i 3 figli alla scena del ballo

      ma io non so suonà la chitarra, me dispiace

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    7. Il mio messaggio è per Manuela infatti;)

      Non conosco il libro di anatomia, ma sono sicura che sia un testo poco esplicativo. Non si fa riferimento a nomi, luoghi etc.
      C'è l'organo, si da la definizione di organo, funzione, eventuali collegamenti con altri organi e stop.




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    8. Ciao Rachele. Nessuna intromissione, assolutamente, è uno scambio di visioni. E poi, come giustamente dici tu, ho commentato il tuo giudizio, quindi fai benissimo a replicare e sono solo contenta che tu lo faccia.

      Partiamo dalle cose facili :) Il libro...di anatomia, ahimè ne ho studiata pure troppa. I contenuti sono quelli, ma, anche col presupposto di aver eliminato le pagine contenenti autori, casa editrice ecc ecc, nel testo possono essere riportate parole il cui significato è diverso da quello che conoscono i ragazzi. Inoltre spesso e volentieri sotto le immagini ci sono le classiche frasi "per gentile concessione del prof.Y dall'Università di X". Insomma, un bel rischio per chi toglie pure le etichette dell'acqua. Ad ogni modo...questo cambia poco.

      Arriviamo al punto chiave. Ti premetto che è difficile parlare di questa cosa, perchè partiamo da punti di vista diversi e sinceramente sfociamo su discorsi davvero potenti. Io ci provo, spero di non confondere le idee.

      Tento di riassumere quello che dici senza sbagliare: praticamente secondo te il comportamento del padre può essere considerato aberrante dalla società (da noi), ma non dai figli, perchè loro non sono coscienti di ciò che si perdono.

      Il non conoscere non può portare la necessità di scoprire -> per me è l'opposto, noi vogliamo scoprire perchè non conosciamo. Se lo conoscessimo già, non avrebbe senso cercare. Se non avessimo l'istinto dell'esplorazione o della scoperta staremmo ancora alla preistoria. E, comunque, anche nella nostra realtà, viviamo tutta la vita spinti da questo istinto, anche senza rendercene conto. Tu leggi un libro senza sapere cosa c'è scritto, guardi un film che non hai visto, parli con persone che non conosci, fai domande, viaggi, studi... cioè per me è tutto lì. Ti ripeto, per me è un istinto. L'istinto represso si fa sentire, sempre, che tu sappia cosa c'è oltre il muro o no.

      Ai figli sta bene così, l'equilibrio si spezza solo dopo la videocassetta -> no, non credo. L'equilibrio non c'è, è finzione, e comunque io ho avvertito un crescente senso di frustrazione nei figli (chi più chi meno) molto prima del video, che porta anche a gesti violenti (io e mio fratello da piccoli ci siamo picchiati spesso, ma ad accoltellarlo non ci sono mai arrivata) o privi di senso. No, non so come si possa dire che a loro sta bene così, il disagio per me è evidente.
      Rachele, per me quelli sono figli a cui manca la socializzazione, mancano gli obiettivi, le passioni, il senso della vita. Sono animali in gabbia destinati a morire se il padrone non gli porta da mangiare. In questo vedo la violenza psicologica e vedo la possessione e vedo il senso di onnipotenza umano nel creare una realtà che non è.

      Questo senso di onnipotenza ha già creato un mondo non libero, perchè i nostri schemi mentali, i nostri limiti, i nostri linguaggi, le regole ecc ecc ce li abbiamo già, purtroppo. Noi ci siamo già in una società che ci nasconde le cose, che decide spesso per noi e ci ingabbia in vite che non vorremmo. Proprio questa per me è la metafora e la riflessione. Così rispondo alla tua domanda: si, dopo centinaia di anni di questa società, io che ne faccio parte penso che sia sbagliata, ma solo pensando questo posso migliorare.
      Io che non conosco tutto, vorrei conoscere e vorrei sapere e l'idea che ci sia qualcuno che me lo impedisce è frustrante. E l'idea di avere un mondo con ulteriori confini come dici tu è allucinante.

      Che fatica, ragazzi!!! ahahahahah
      Rachele, io spero di non essere andata fuori "tema", davvero, co sti discorsi è facile. Spero di averti mostrato il mio punto di vista nel pieno rispetto del tuo, che, comunque, mi dispiace non comprendere.

      Buona serata

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    9. Grazie della risposta cosi esaustiva:)
      In realtà, credo ci sia un errore di fondo sulla questione , correggimi se sbaglio.
      Si, mi trovi pienamente d'accordo sulla questione istinto e voglia di scoprire ( parli con una che è super curiosa e si fa mille domande su tutto ), ma sai dove è che non riesco a staccarmi dalla mia idea? Sul fatto che noi siamo curiosi di conoscere ciò che in qualche modo già conosciamo. È un po contorta la cosa.
      Mi spiego meglio con un esempio.
      Sei curiosa di conoscere il pianeta Buick 345? ( l'ho appena inventato) Immagino proprio di no, e sai perchè? Perchè non lo conosci e tu non puoi voler conoscere qualcosa che non ha mai visto,sentito, visitato, studiato etc.
      Il libro anche se non conosci la storia lo leggi,perchè comunque sai che racconterà una storia. Stesso discorso per il film. Stesso discorso ancora per un viaggio. Non ho mai visto la Cina, ma ho la curiosità e il desiderio di visitarla, perchè so che c'è, ma se sull'atlante la Cina non esistesse, non perchè non c'è, ma perchè nessuno mai l'ha scoperta o altro, non avrei o meglio non potrei avere l'istinto/curiosità di conoscere la Cina.
      Quindi in dogtooth tutto ciò che è fuori dalla villa non è conosciuto e di conseguenza non esiste ( per i figli ovviamente) , e se una cosa non esiste come puoi volerla conoscere?
      Poi considera che i tre figli hanno una mente molto infantile, non sono colti, non hanno conoscenze scolastiche di alcun genere, e a parte un istinto di base molto blando, non c'è voglia di conoscenza come potresti averla tu, io o chiunque altro. Insomma per farla breve, è la conoscenza che porta altra conoscenza.

      È molto interessante parlare con te, esprimi concetti e pensieri in modo intelligente. Aspetto di "scontrarci"sotto qualche altra rece :D anche perchè è più bello discutere quando non si è d'accordo

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    10. Ok ho capito il tuo concetto, per quanto, scusa, paradossale.
      Però cerco di dire che tu ipotizzi una realtà fatta di confini, in cui praticamente ognuno sta nel suo territorio con le sue regole. Ma chi stabilisce il territorio e le regole? Chi la lingua? Esisterebbero i libri e i film di cui parliamo? Sarebbero anch'essi limitati da leggi? Cioè...piano piano, involontariamente, stiamo parlando di dittatura! Capisci quanto è impressionante? Riesci a pensare un popolo sotto dittatura felice e sereno? Io no. Anche perchè sono tendenzialmente anarchica, quindi va contro la mia natura :)

      Non sono d'accordo sul fatto che i figli non sappiano che fuori c'è qualcosa. Sono consapevoli che i loro abiti, il loro cibo, i loro oggetti, Cristina sono tutti fuori da quelle mura. Il padre non gli dice 'fuori da qui non esiste nulla', ma 'fuori da qui esiste tutto, è pericoloso e voi non potete andarci'. è minimo minimo frustrante.
      Anche sulla cultura non so, è complicato... la più piccola parla di rianimazione cardio-polmonare, legge libri di medicina... parlano bene, anche se con alcuni termini differenti. Insomma, non lo so, non mi pare che abbiamo di fronte tre analfabeti.

      No, siamo proprio in disaccordo! ahahahahah Abbiamo probabilmente percezioni e chiavi di lettura diverse, ma rispetto le tue idee e ti dico che comunque è un bel confronto.
      Ad ogni modo, più parliamo di questo film, più le metafore sociali e politiche si fanno evidenti, è impressionante.

      Quello che hai scritto su di me è un bellissimo complimento e detto da te che sei una donna vale anche un pochino di più, quindi grazie davvero :)
      Buona serata!

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    11. No, mai ipotizzato una realtà cosi.
      Sto semplicemente dicendo ciò che per me è un ovvietà e anche se tu ci giri intorno, è cosi anche per te o per chiunque. Abbiamo interesse nel conoscere solo quello che già conosciamo indirettamente. Su questo sono inamovibile.
      Se riesci a farmi un solo esempio che mi convinca, cambierò idea ;)

      Quindi mi stai dicendo che la famiglia Lanthimos è un piccolo sistema dittatoriale con a capo un padre sovrano?
      Ci può stare.
      Però, dimentichi che la dittatura porta anche un forte senso di paura del cittadino verso il potere politico. Io questa paura nei figli non la vedo sinceramente.
      Sembra quasi che abbia visto un film diverso, ahahah

      Beh, ci siamo detti tutto su questo film.
      Inizierò a sognarmelo di notte :D

      Al prossimo!

      Ps: figurati! Sono molto solidale con le donne, se c'è da complimentarmi,beh, lo faccio ! Anche perchè ho sempre pensato, come te, che i complimenti femminili, se sinceri, valgono di più.

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    12. Ok forse ho male interpretato questa tua frase: "Ma se invece il mondo iniziasse ad andare diversamente? La coniazione di nuovi termini, il divieto di uscire dai proprio confini territoriali, etc"

      Guarda per me l'esempio è la storia del mondo e dell'evoluzione, dal primo all'ultimo esploratore della Terra, dal primo all'ultimo ricercatore. Inoltre tu parli di pianeti e non c'è nulla di più ignoto.

      Comunque si, basta Dogtooth ahahahah
      Ciao, Rachele! :)

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    13. Lungi da me l'intento di riavviare una interessante discussione che si desidera essere conclusa da tutte e tre le parti.
      Però... non riesco a esimermi dal proporre un paio di considerazioni mooolto pragmatiche (forse troppo?).

      "noi siamo curiosi di conoscere ciò che in qualche modo già conosciamo. È un po contorta la cosa."

      Per me non è affatto contorta e, in linea di massima, concordo in pieno.
      All'atto pratico però, come si può pensare che un genitore come quello possa indefinitamente impedire che qualsiasi informazione (per lui) "pericolosa" possa raggiungere i figli? Prima o poi...
      Infatti non ci riesce.

      "In una famiglia alla Lanthimos potrei essere felice per il resto della mia vita (senza violenza fisica, eh?), perchè non percepisco la violenza psicologica."

      È quel "per il resto della mia vita" che stride.
      A meno che si ritenga probabile che il padre (l'unico che provvede a mantenere la situazione stabile) viva più a lungo dei propri figli.
      Il che...



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    14. ma appunto...

      quel'educazione così disumana è un'educazione che prima o poi presenterà il conto. E più tempo passa più, una volta scoperto quello che realmente è, la si considererà disumana.
      E' come la dittatura. Magari i sudditi pensano che sia tutto bello e giusto. Poi finisce la dittatura, scoprono quello di cui li avevano privati e impazziscono dalla rabbia e dal dolore. Ergo, quell'educazione che ha portato a quell'apparente "tranquillità" ed equilibrio disumana resta. E non ha possibilità di farla franca per sempre

      solo una morte prematura del figlio (suddito), come dice Sandro, potrebbe non farti mai conoscere la verità, la vita vera e di conseguenza farti realizzare della prigionia che hai vissuto

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    15. ho scritto più a cazzo del solito

      e vabbeh, quando vuoi far di fretta e devi rispondere a 50 commenti vai di getto e c'hai il tasto "pubblica" premuto costantemente ;)

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  25. Lo sapevo ancora prima di vederlo che questo dogtooth mi avrebbe scombussolato, non nel senso a me più congeniale (tipo room), ma in quello più disturbante, tipo che se vuoi angosciarmi escludimi qualsiasi sottolineatura musicale. Emblematica è la scena della ragazza che balla imitando la protagonista di Flashdance con l'accompagnamento di quell'assurdo pling plong della chitarra. Sembra impazzita ed invece è l'inizio della sua ribellione all'unico modello di realtà che le viene imposto dai genitori. E' il grande potere dell'indrottinamento, è come in queste condizioni sia difficile od impossibile, se non c'è un aiuto esterno, emanciparsi. E' la paralisi più spaventosa, quella della mente, che ti farà morire nel bagagliaio di un'auto (sic, purtroppo a me mi dice cosí).

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    1. Ah, dici che la celeberrima scena del ballo riprende Flashdance?
      Pensa te, non lo sapevo...

      Esatto, quella scena anche secondo me (non mi ricordo se l'ho scritto) è metafora o inizio della ribellione, del sentirsi in qualche modo "stanca" di uno status quo di cui inizia ad intravedere gli inganni e le crepe.

      Bellissima la definizione di paralisi della mente. E ti dò ragione, senza aiuti esterni è difficilissimo uscirne. L'indottrinamento già può essere devastante (vedi nazismo ad esempio), te immagina se avviene sin dalla nascita.
      Bel commento Dak

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  26. Salve, scusate, ma esiste una versione italiana di questo film in dvd? O, in caso contrario, almeno una con sottotitoli in italiano? Dopo aver amato The lobster dello stesso regista, cerco disperatamente Dogtooth!

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    1. Mi pare non sia stato distribuito in Italia.

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    2. L'unico modo per vederlo è il download

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    3. Il download con sottotitoli in italiano?

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    4. http://ilbuioinsala.blogspot.it/2014/09/i-20-film-non-conosciutissimi-piu_11.html

      In fondo trovi il film:)

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    5. Sì sì, ha detto tutto Rachele.
      Se vai là trovi il link

      alla prossima ;)

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  27. Ciao Giuseppe,
    Ieri ho visto per la prima volta Dogtooth e devo confessarti che, complessivamente, non mi è piaciuto. Forse sarà per l'approccio "freddo" di Lanthimos che probabilmente volevi intendere anche tu quando dici: "la glacialità della regia e delle location, il ritmo filmico, il tipo di inquadrature, l'essenzialità del parlato, gli improvvisi e fortissimi scatti di violenza". E il rimando Va subito al Settimo continente di Haneke, unico suo film visto, preso proprio dal Guardaroba.
    Peccato perchè il contenuto del film, la spersonalizzazione dei figli racchiudeva concetti e scene molto forti ma, ecco, a me è sembrato non prendere mai il volo. E questo, personalmente, influisce anche sulla parte finale, dove si prova ad assumere una carica diversa. Io, però, l'avrei vista meglio inserita in un contesto più favorevole, in cui sarebbe riuscita meglio.

    A presto, Giuseppe (per evitare equivoci, essendo omonimi, ti preciso che stavolta mi sono firmato io ahah)

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    1. Ah, ma che bella una stroncatura a Dogtooth, film universalmente bellissimo quando non, come per esempio per me, capolavoro

      ma ti sei spiegato benissimo, se non ti piace quell'approccio c'è poco da fare

      non tentare nemmeno con Alps e Kinetta, mentre forse The Lobster è più adatto

      secondo me intellettualmente è un film immenso. E' proprio un'opera di testa, poca pancia e poco cuore, ma nel suo lo adoro

      quindi se non ti prende in testa impossibile ti emozioni, al massimo lo puoi ritenere interessante, come penso che credi anche te

      ciao Giusè ;)

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    2. Già...molta testa e poca pancia.
      Magari senza avere delle aspettative iniziali, vorrei riprovarci però con questo stile, proprio, da quanto ho capito, anche di Haneke, di cui ultimamente mi ispira Amour.

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    3. Alps e Kinetta sono gelidi, glaciali sia nel plot che nell'ambientazione

      Invece The Lobster è una produzione molto diversa. Ma certo il mood non è che cambi molto

      Per quanto riguarda Haneke c'è di tutto. Funny Games (ne ha fatti due, l'originale e il remake) di sicuro ti tengono incollato allo schermo per le vicende, Niente da nascondere è un film stranissimo e inquietante, Amour è uno splendido film sulla vecchiaia, Il Nastro Bianco un affresco sull'Europa a inizio novecento.

      A differenza dei primi due film di Lanthimos, che ti sconsiglio, tutti quelli di Haneke potrebbero piacerti o no, non riesco davvero ad immaginarmelo

      diversissimi tra loro ma accomunati dalla messinscena essenziale, dallo sguardo distaccatissimo del regista e da rari ma inevitabili e sconcenrtanti momenti di violenza (c'è una scena su Niente da nascondere che per poco svengo)

      ma, insomma, hai visto Il Settimo Continente, lì c'è tutto Haneke. Quello però, tra tutti quelli che io ho visto, resta il suo più radicale, quindi se ti è interessato ci sono buone possibilità con altri

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    4. Grazie per i consigli! Poi ti farò sapere

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  28. Film densissimo. Avevo grandi aspettative create leggendoti. E non deluse, anzi. Un capolavoro. Film sul potere. Sul potere del sesso. Sul potere dell'ignoranza. Delle parole. Dei luoghi. Delle bugie. E anche su quello dell'intimo, animalesco e inarrestabile desiderio di libertà. Che è l'unica cosa che spaventa questi genitori (quindi il Potere). Nel ballo sfrenato. Nella cassetta vhs vista e recitata. E nel meraviglioso, indelebile finale.

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    1. sì Paolo, un capolavoro, uno dei 10 maggiori film di questo decennio per me

      hai scritto 6 righe di assoluta perfezione, ti ha proprio ispirato

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  29. Ti dirò, seguo parecchi blog riguardanti il cinema e il tuo si conferma sempre essere sul podio (uno è specchioscuro, magari non proprio blog, e l'altro fu lemaratonediunbradipocinefilo) per il tuo modo di trovare collegamenti e saper sviscerare il lato più umano di ogni film senza usare un lessico troppo "altezzoso"(in realtà invidio chi si può permettere un determinato lessico senza essere considerato solo un montato). Dopo aver visto due giorni fa il sacrificio del cervo sacro (e aver già visto the lobster e la favorita) volevo recuperare l'opera prima/seconda(?) di questo genio che è lanthimos per vedere da dove è nato il genio che girerà il sacrificio.. insomma, per quanto riguarda l'atmosfera da cimitero vivente si è mantenuto sempre costante ( uno dei pochi capaci di creare personaggi notevoli nonostante sembrino quasi tutti dei non morti) ma la sua tecnica registica ha avuto una evouzione impressionante.. le scene che hai citato tu sono tutte bellissime senza dubbio ma per un amante delle carrellate e dei virtuosismi con la mdp (sorrentino *coff-coff* Noe *etcì*) i suoi ultimi film da quel punto di vista sono un gran bel vedere. Ora finalmente capisco da dove viene tutta la tua fascinazione per questo regista e ti ringrazio per avermi fatto avvicinare a lui, anche se indirettamente, come a tutto un certo tipo di cinema
    p.s uno dei miei 3 film preferiti, Oldboy (quello del 2003 ovviamente), l'ho visto proprio incuriosito dal tuo vecchio nickname ( e dalla locandina raffigurante un uomo che mangia un polpo vivo, lo confesso), scusami l'ortografia impresentabile e grazie ancora!

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    1. -sempre francesco, che pensava di aver capito come "firmarsi" ma evidentemente sbagliando

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    2. ciao!

      allora, ti dico

      bradipo non solo lo conosco, ma è un amico, addirittura è venuto a trovarmi due volte con la famiglia a perugia

      purtroppo (ma lo sai) non scrive più

      e sì, era un grande

      specchioscuro l'ho sentito nominare ma non so se ho mai letto nulla

      anche se mi pare fu lì che trovai una straordinaria recensione di un film che adoro, Kaili Blues (ma potrei sbagliarmi eh)

      complimenti bellisismi, grazie

      pensa che kynodontas è addirittura il suo terzo film, anche se il primo credo l'ha visto solo lui

      "per quanto riguarda l'atmosfera da cimitero vivente"

      ho visto cimitero vivente proprio ieri. Ok, non c'entra un cazzo :)

      anche io, e sempre di più questi anni, sono diventato un amante del cinema estetico (adoro sorrentino e noè, i due migliori esempi che potevi fare), tanto che ho adorato film privi quasi di sceneggiatura

      però, quando notevoli, amo anche i film poveri di regia o comunque "bloccati"

      dogtooth è grandioso e lo sarebbe stato anche con una telecamera fissa un'ora e mezzo credo ;)

      oldboy è immenso (tra l'altro ha vinto qui nel blog il lunghissimo sondaggio - mesi e mesi - su miglior film di questo millennio) e rimarrà sempre il più grande film che ho visto insieme a Synecdoche new york

      onorato che l'hai scoperto così

      ciao!

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  30. Ieri sera,guardando un documentario sul cinema anni 80/90,ad un certo punto hanno parlato di un film iraniano del 1998 chiamato ‘La mela’.
    Si tratta di un film tratto da una storia vera,anzi verissima,che parla di due ragazzine recluse in casa dal padre,cresciute alla stregua di animali in cattività,che non sanno esprimersi né quasi sanno parlare.Impossibile per me non pensare subito a Dogtooth!:)
    Chiara L

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    1. Ma interessantissimo!
      Comunque Dogtooth ha avuto veramente (dicono) un'opera ispiratrice, mi sembra si intitoli Il castello della purezza ed è cileno

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    2. Grazie della dritta!:)Chiara

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    3. Figurati,grazie a te della tua di dritta :)

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