27.6.10

Recensione: "Diary of the Dead"


Amo il cinema di genere, lo adoro. Se non esistesse, non avremmo più di 10,15 buoni registi al mondo.Non tutti possono permettersi sia intellettualmente che strategicamente (rischio di fallimento) la realizzazione di grandi film fuori dal genere o, al contrario, "dentro" più generi. Romero è indubbiamente uno di questi. Quello che sorprende però è come in una carriera quarantennale si possa concentrare metà della propria filmografia, non in unico genere, ma in un unico SOTTOgenere, lo zombie movie.
Diary of the Dead è il tentativo di ri-ri-ri-ri-riciclare se stesso per portare le proprie tematiche al giorno d'oggi, nell'epoca della rete, delle telecamere dapertutto, nella comunicazione in tempo reale. Ma una volta che conosciamo questa cornice, cosa c'è dentro il quadro? Lo stesso identico soggetto già pitturato più volte dal regista. 

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Morti viventi, satira sociale, satira politica, vicenda che si svolge in un giorno o poco più etc.. etc... . Qual è la novità? L'inserimento del macabro voyeurismo, cioè la nostra incapacità di non guardare, anzi, addirittura non filmare! tutte le brutture del mondo, che sia una morte in autostrada o un attacco di Zombie. Questo labilissimo motivo per giustificare comportamenti insensatissimi e trama quasi colabrodo. Certo, la realizzazione non è male ma non stiamo parlando di uno b-movie... . 
Altra novità (se non sbaglio) è il carattere on the road di questo capitolo, abituati com'eravamo a stare asseragliati in case, supermercati, basi militari e chi più ne ha più ne metta. Soltanto romeriani accaniti ( si badi bene, semplice definizione, non nota di demerito) possono aggrapparsi alle minime differenze tra un capitolo e l'altro e considerarli tutti indistintamente un capolavoro, soltanto diverse visioni o livelli metaforici di uno stesso evento. Per me l'unico aggettivo possibile è parossismo. E una ormai decennale, inguaribile, mancanza d'idee.

(voto 5)

4 commenti:

  1. Beh, 'spetta, questo è quello con la scena della piscina?
    Per me quello è l'esempio perfetto della differenza tra Romero ed altri, non tanto la storia che è sempre quella, ma ciò che ci trovi e come è fatto. -Li ho seppelliti nella serra, e poi ti vedi che la famiglia, zombi, brancola a vuoto dentro la piscina (sott'acqua)- Scena incredibile..
    È così che si "innova" in un genere così sempre uguale a sè.

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  2. Edo, probabilmente hai ragione te.
    Pur stimando Romero e considerandolo tra i primi 5 registi di sempre nel genere (1° tra i living dead senz'altro, a mani basse) non sono mai stato un suo cultore, uno che ne ha seguito e analizzato la carriera come dovrebbe.
    Per questo forse manca qualcosina per giudicarlo.
    E' anche vero che ci sono romeriani che gli perdonano tutto però.

    La scena non la ricordo mannaggia.

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  3. Dovevo venire a dare un occhio a questa rece, dopo la discussione su The Sacrament. Per me quelli che tu reputi come difetti del film, sono i veri pregi. Ha portato avanti lo stesso discorso dei film precedenti, adattandolo alla società odierna (voyeurismo)..e par fare questo, lo stile mock serviva. Qui sì

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    1. assolutamente

      mi dispiace per la non rece veramente a cazzo ma fui molto deluso dal film. E purtroppo sono uno che pensa che Romero, che rimane il più grande di sempre nello zombie movie, si sia riciclato più volte e abbia tirato fuori anche film sbagliati

      insomma, non lo amo particolarmente ma non solo lo rispetto, ne riconosco la grandezza

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